Antonio Dini, Nòva24 13/5/2010;, 13 maggio 2010
CHI PER LAVORO GUARDA IL CIELO
Come un’orchestra che ogni giorno suona la "prima" più importante della stagione. I controllori del traffico aereo di Enav, la società nazionale per l’assistenza al volo,gestiscono quotidianamente lo spazio aereo italiano – nube di cenere permettendo – dalle torri di 39 aeroporti e da quattro centri di controllo regionali. Sono seimila voli al giorno, circa due milioni all’anno, con punte di più di 1.100 su Roma Fiumicino, l’aeroporto più trafficato d’Italia, che nei picchi estivi può vedere fino a 110 atterraggi e decolli ogni ora.
«Il nostro lavoro è far volare la gente il meno possibile», spiega Giovanni Giarratano, 52 anni siciliano, responsabile torre di controllo di Fiumicino. L’efficienza del trasporto aereo civile è proprio questa: mantenere la massima sicurezza, ottimizzando le rotte, riducendo al minimo i tragitti e abbassando il più possibile i tempi di percorrenza, i consumi e quindi l’inquinamento.
Fiumicino, come gli altri aeroporti maggiori d’Italia, ha lavorato al raggiungimento dell’efficienza a partire da terra: tempi minimi di rullaggio attraverso la pista, rapidità nel decolloo nel disimpegno della pista durante le fasi di atterraggio, orchestrazione dei piani di volo di tutti gli aeromobili prima ancora che vengano accesi i motori per ottenere la migliore efficienza.
Il segreto,spiega Giarratano,è nell’integrazione. Sia fra i soggetti che lavorano in aeroporto che, ad esempio, delle informazioni sullo schermo dei controllori, per massimizzare la sicurezza: come accade nei sistemi di multilaterazione, che integrano i dati dei radar di terra dell’aeroporto con i Gps e i transponder degli aerei per ottenere un’informazione dettagliata di tutti i voli presenti sulle piste e nelle immediate vicinanze dell’aerodromo. La maggior parte dell’attività dei circa 1.600 controllori di volo dell’Enav, però, non avviene nelle torri di controllo degli aeroporti, bensì nei quattro grandi centri che gestiscono il volo in quota. Il più grande è quello di Roma, situato a Ciampino, che gestisce circa il 65% dello spazio aereo italiano e la metà circa dei voli nazionali (un milione).
La cosa più importante non è la tecnologia, ma le persone. «Il nostro è un lavoro in cui, oltre alla tecnologia, sono necessarie persone competenti e capaci», dice Francesco Minniti, responsabile vicario del Centro di controllo d’area di Roma. Ci vogliono tre anni per formare un controllore di volo, che non smette mai di aggiornarsi e ha un percorso di carriera il cui vertice è nelle sale dei quattro centri d’area.Si inizia giovanissimi e si smette relativamente presto, a 50 anni.
Enav, spa controllata dal ministero dell’Economia, è considerata dalla Corte dei conti la migliore in Europa. Ha un bilancio in forte attivo, capacità di azione e di innovazione grazie a investimenti auto-finanziati che, tra le compagnie europee, la pongono al vertice. I quattro centri italiani, ad esempio, usano nuovi sistemi di lavoro che digitalizzano le tradizionali strisce cartacee di progresso volo, uno degli oggetti più importanti nella vita di un controllore del volo. Nel centro d’area i controllori lavorano in coppia: un operativo con la cuffia che parla con gli aerei e un "tattico" che pianifica le mosse successive. Gli aerei vengono costantemente gestiti e passati al successivo controllore (hand over). La striscia di progresso volo che passava fisicamenteda una postazione all’altra ne era la controprova fisica. Virtualizzarla ha voluto dire investire sulla capacità dei controllori di far evolvere le loro procedure di lavoro. L’obiettivo è mantenere la sicurezza, cioè la separazione dei voli ( circa 300 metri verticalmente, 3 miglia orizzontalmente con volo radar, fino a 20 se il volo è procedurale). Il lavoro è complesso, gli aerei entrano ed escono dallo spazio aereo, notte e giorno.L’orchestra, dopotutto, deve suonare sempre.