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 2010  maggio 12 Mercoledì calendario

LA CRISI DELL´EURO PU COSTARE CARA ALL´ECONOMIA CINESE - PECHINO

Si impenna l´inflazione in Cina e Pechino teme che la crisi dell´euro possa costargli cara, sia per il calo del suo portafoglio finanziario che per il raffreddamento dell´export. Gli analisti cinesi non credono che il pacchetto di salvataggio Ue sia sufficiente a riportare stabilità nell´economia del suo maggiore partner commerciale. Con il rafforzamento del dollaro vedono però attenuarsi la pressione Usa per una rivalutazione dello yuan. Secondo la banca centrale cinese «l´estrema complessità del contesto economico» consiglia dunque di mantenere «fondamentalmente stabile» il tasso di cambio della valuta nazionale. A preoccupare Pechino, che appoggia l´azione Ue per evitare svalutazione e recessione ma chiede una riforma della governance finanziaria internazionale, sono ora l´aumento dei prezzi al consumo e il nuovo record dei valori immobiliari. In aprile l´inflazione è aumentata del 2,8%, segnando il rialzo più forte degli ultimi diciotto mesi. Il prezzo degli immobili è salito del 12,8% in un mese. Il governo ha assicurato che l´inflazione cinese, nel 2010, non supererà il 3%, ma secondo gli analisti «Pechino sarà fortunata se riuscirà a contenerla al 5%». I fondamentali economici restano però rassicuranti. In aprile la produzione industriale è aumentata del 17,8% annuo e nei primi quattro mesi gli investimenti fissi sono saliti del 26,1%. Le vendite al dettaglio sono cresciute del 18,5% annuo. Netto rialzo anche per export (più 30,5% in aprile) e import (più 49,7%), con una bilancia commerciale tornata in attivo (1,7 miliardi di dollari) dopo il rosso di marzo, il primo in sei anni. Non cala invece la corsa dei prestiti bancari (87,7 miliardi di euro in aprile) e l´aumento dei tassi d´interesse sembra ormai questione di settimane.