EMILIO RANDACIO, la Repubblica 12/5/2010, 12 maggio 2010
IN ITALIA QUEL CHE RESTA DEL TESORETTO DI CRAXI DUE MILIONI RESTITUITI ALLO STATO DOPO 16 ANNI - MILANO
Sedici anni dopo, quel che restava del tesoretto di Bettino Craxi è tornato definitivamente nelle tasche dello Stato. Tanto è servito all´Erario per ottenere gli ultimi 2 milioni di euro (originariamente era un miliardo e 300 milioni di vecchie lire), sequestrati dal pool di Mani pulite a Giorgio Tradati. Il "cuoco di Bettino", così era chiamato il compagno di scuola dell´ex leader socialista, era finito in carcere nell´ottobre del ´94, accusato di essere stato l´ultimo prestanome dei conti esteri illeciti riconducibili a Craxi.
Pochi giorni dopo l´arresto, da San Vittore, Tradati aveva indicato i riferimenti bancari, le causali dei versamenti che aveva personalmente ordinato. In pochi mesi, la Procura era riuscita a mettere le mani sui conti svizzeri e, dopo un lungo iter, a depositarne il contenuto. Da allora, dopo le sentenze definitive, è passata un´eternità e solo la scorsa settimana si è concluso "l´incidente di esecuzione", l´ultimo passaggio formale prima della confisca da parte dell´Agenzia delle Entrate: da due giorni, il denaro è finalmente dello Stato.
Tradati, per sua stessa ammissione, era stato chiamato da Bettino Craxi nel 1992, per sostituire Maurizio Raggio, il ristoratore di Portofino fuggito in Messico insieme alla compagna, Francesca Vacca Agusta, dopo l´avvio di Mani Pulite. Attraverso la fiduciaria di Chiasso, battezzata beffardamente "Grano", su due conti cifrati erano transitati dagli inizi degli anni ”80 oltre 130 miliardi di vecchie lire. Soldi, hanno accertato sentenze definitive, provenienti da finanziamenti illeciti e anche da vere corruzioni. Su "Constellation Financiere" e "Northern Holding", a partire dal 1991 erano arrivati denari che hanno segnato importanti vicende finanziarie. Come la maxi tangente da 21 miliardi versata da Berlusconi dopo l´approvazione della legge Mammì, o i 35 miliardi arrivati sui conti di Craxi da aziende pubbliche, come Ansaldo, Italimpianti, Calcestruzzi e Techint.
Il resto del "bottino", lo Stato, spera ora di assicurarselo dalla vendita della prestigiosa Villa Altachiara di Portofino. All´asta dal marzo scorso, per saldare il debito da 25 milioni di euro che la giustizia contesta all´altro prestanome di Craxi, Maurizio Raggio.