ALBERTO D´ARGENIO, la Repubblica 12/5/2010, 12 maggio 2010
ECCO LA NUOVA MAASTRICHT SANZIONI AI SUPERINDEBITATI - ROMA
Prima il salvataggio di Atene. Poi il maxi-scudo da 750 miliardi per evitare al resto di Eurolandia il contagio greco. Ora le grandi riforme per impedire che in futuro la moneta unica torni ad essere un comodo bersaglio degli speculatori. E allora oggi la Commissione Ue proporrà un sistema di coordinamento delle leggi finanziarie dei paesi della moneta unica arricchito dalla riforma del Patto di stabilità, al quale vuole mettere «i denti». Si prevedono una «cauzione» versata nelle casse di Bruxelles (dove potrebbe rimanere) dagli stati che non terranno deficit e debito sotto controllo, «cartellini gialli» sventolati in faccia ai governi che non ammoderneranno la propria economia e la sospensione dei fondi Ue per i poco virtuosi. Si pensa anche, novità dell´ultimo minuto, ad un maggior coordinamento sulle tasse. Con la speranza di trasformare gli anelli deboli dell´eurozona come Grecia e Portogallo (ma la ricetta farebbe bene a tutti) in paesi solidi e competitivi.
Il documento che sarà presentato oggi traccia un disegno organico di quello che dovrebbe essere il governo economico dell´Europa del futuro. Innanzitutto si punta sulla riforma del Patto di stabilità. Nella sua «parte preventiva» - quella che serve ad evitare che un paese si indebiti oltre i parametri di Maastricht - viene inserita una «cauzione fruttifera» (interest bearing deposit) che sarà versata nelle casse Ue dai governi che non faranno «progressi sufficienti» nel risanamento e nelle riforme economiche. Un modo per mettere pressione e rendere più pressanti le sanzioni per i poco virtuosi. Inoltre si prevede che le procedure per deficit eccessivo colpiscano anche chi non terrà sotto controllo la dinamica del debito (quello italiano, ad esempio, è tra i più grandi del mondo). Le stesse procedure saranno «più veloci» per mettere sotto pressione le capitali, in particolare per quelle che sforano «ripetutamente» i parametri di Maastricht. Per questi governi, poi, si pensa ad una sospensione dei fondi Ue compensata da «incentivi» per chi invece gestisce l´economia al meglio. Bruxelles si riserva anche la possibilità di indicare come e dove spendere i fondi stessi in modo da accelerare risanamento e riforme strutturali e affrontare al meglio le sfide competitive con il resto del mondo. Proprio per aumentare la competitività e accelerare l´ammodernamento la Commissione prepara una vera e propria «sorveglianza» e un «coordinamento» sulle politiche economiche: Bruxelles stilerà «un rapporto sui rischi che mettono a repentaglio il funzionamento dell´euro» all´interno dei singoli paesi o dell´eurozona nel suo insieme (produttività, costo del lavoro, occupazione, bolle speculative etc.). Analisi che sfocerà in «orientamenti di policy» con tanto di «early warning» (cartellini gialli) per chi non si atterrà alle indicazioni e se necessario in una serie di «raccomandazioni di politica economica» che impegneranno un governo su vari capitoli come riforme del mercato del lavoro, dei prodotti o dei servizi. Misure che sarebbero andate a pennello alla Grecia e agli altri Pigs. Così come la riforma di Eurostat, l´istituto statistico Ue, che finalmente potrà «verificare» la bontà dei dati economici ricevuti dalle capitali: Atene - come in passato Roma e altre capitali - aveva falsificato le cifre per nascondere la crisi che la stava affondando.
Ma la novità fondamentale è quella della governance economica: a partire dal 2011 ci sarà un «Semestre europeo», il primo dell´anno, durante il quale su proposta di Bruxelles i governi identificheranno «le sfide economiche» che la Ue e la zona euro dovranno affrontare promettendo poi di tenerne conto nelle leggi finanziare e nelle politiche economiche nazionali. E il coordinamento (una novità decisa proprio ieri sera) riguarderà anche la politica fiscale, le tasse, un terreno sul quale Bruxelles è sempre stata tenuta alla larga dalle capitali. Insomma, la grande paura spinge l´Unione ad avvicinarsi all´antico sogno di un vero governo della moneta unica. Da vedere poi se, passato il grande freddo, gli stessi governi che hanno chiesto alla Commissione di preparare la strategia non tornino sui loro passi nel nome dell´antica ritrosia a cedere fette di potere a Bruxelles.