Luigi Grassia, La Stampa 13/5/2010, pagina 88, 13 maggio 2010
DOMANDE E RISPOSTE: PERCHE’ CONTINUA LA CORSA ALL’ORO?
Come mai il prezzo dell’oro macina record?
L’oro è il tipico bene-rifugio, cioè il genere di investimento che a lungo termine non tradisce mai (naturalmente, nel breve e nel medio termine ci possono essere correzioni anche pesanti al ribasso). Un altro esempio di bene-rifugio è l’investimento immobiliare (con la stessa postilla fatta sopra). Ma in questo momento il mattone non dà garanzie, anzi il mercato è saturo, quindi per sfuggire alle turbolenze, in un momento in cui sia le azioni sia le obbligazioni non danno certezze, è comprensibile che gli investitori più liquidi (cioè quelli con più capitali, che hanno urgenza di parcheggiare da qualche parte) si rivolgano all’oro.
C’è forse qualcuno che sta facendo incetta?
Fra gli investitori super-liquidi figurano la Cina e l’India. Pechino in vent’anni di surplus commerciale con gli Stati Uniti ha accumulato 3 trilioni di dollari (cioè 3 mila miliardi) con cui ha comprato buoni del Tesoro Usa. Alla lunga la sostenibilità di questo scambio è stata messa in dubbio, in particolare per l’ulteriore voragine aperta nei conti americani dalle spese per contrastare la recessione, che minacciano di scatenare l’inflazione e diminuire il valore del dollaro. Da un po’ i cinesi vendono dollari per comprare euro ma devono farlo a piccole dosi per non far crollare il cambio del dollaro e quindi svalutare i troppi bond americani che hanno in portafoglio. Da qui il desiderio di Pechino di comprare oro.
Ma il prezzo dell’oro non è già troppo alto?
Le quotazioni del metallo giallo godono (al momento) di una specie di garanzia contro un eventuale crollo: Pechino comprò 15 miliardi di dollari d’oro a 870-875 dollari l’oncia, e da quel momento l’oro non è più sceso al di sotto, perché i mercati ritengono che se scendesse a quel livello la Cina ricomincerebbe a comprare, e allora lo fanno anche gli altri operatori. Lo stesso è capitato con l’India quando ha messo le mani su 7 miliardi di dollari d’oro a un migliaio di dollari l’oncia: quello è diventato un nuovo minimo, una soglia impossibile da attraversare al ribasso. Cina e India fanno il prezzo dell’oro a livello mondiale diversificando le loro riserve.
Gli altri metalli preziosi non sono dei beni rifugio?
Platino, palladio e argento sono metalli preziosi, ma hanno anche degli usi industriali, molto più dell’oro (che nell’industria, escludendo l’oreficeria, è utilizzato pochissimo). Quindi il loro valore viene percepito dai mercati come sottoposto agli alti e bassi del ciclo economico e delle scorte industriali. Platino e palladio si sono fortemente rivalutati negli ultimi mesi ma non è chiaro se convenga scommettere su ulteriori rialzi, al pari di quanto succede per gli altri metalli di uso industriale. L’oro fa storia a sé, paradossalmente proprio perché non serve a (quasi) niente se non per il piacere che dà possederlo.
Ma allora conviene ai privati investire in oro?
Nessuna delle cose dette fino a questo punto va però intesa come istigazione a investire in oro: ognuno è responsabile delle proprie scelte, e bisogna sempre ripetere che sul breve-medio periodo l’oro può anche perdere valore, e qualora l’investitore fosse costretto a vendere a un momento dato, a condizioni sfavorevoli, senza poter aspettare tempi migliori, subirebbe probabilmente una perdita.
Volendo farlo, come si fa?
Per investire in oro si possono comprare azioni o fondi azionari di aziende aurifere, oppure acquistare un Etc, che è un prodotto finanziario il cui valore è legato direttamente alle quotazioni dell’oro e in sostanza equivale a uno stock di lingotti di carta. Oppure si possono acquistare lingotti fisici di metallo giallo e portarseli a casa o metterli in cassetta di sicurezza (in certi duty-free degli aeroporti i lingottini sono esposti in vetrina) però bisogna dichiarare l’acquisto alla Finanza. Infine si può comprare l’oro in gioielli, e questo per le signore può essere il modo più piacevole di investire, ma il problema è il disinvestimento, perché quando si tratta di vendere si può andare incontro ad amare sorprese sul valore reale di mercato. Lo stesso vale, ad esempio, per i diamanti montati in gioielli.
vero che se il dollaro cade l’oro sale, e viceversa?
Storicamente c’è una correlazione inversa stretta, perché il prezzo dell’oro a livello internazionale è misurato in dollari per oncia (analogamente a quanto avviene, ad esempio, per il petrolio che viene prezzato ovunque in dollari al barile). Quindi per l’oro una svalutazione del dollaro porta a un rialzo automatico dell’oncia in dollari, che però può lasciare indifferente l’investitore dell’Eurozona, visto che (al contempo) l’euro si rivaluta sulla valuta americana. Ma da mesi succede che il dollaro guadagna terreno sull’euro e il prezzo dell’oro in dollari per oncia cresce a sua volta, raddoppiando l’effetto sul prezzo dell’oncia espresso in euro.
Si correggeranno tutti questi squilibri?
Sono incancreniti da decenni. Per ora la corsa all’oro ha una sua perversa logica.