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 2010  maggio 13 Giovedì calendario

TELETHON UN MODELLO ANCHE PER IL PUBBLICO

Il complimento più bello all’Italia viene da Charles Sabine, inviato di guerra della Nbc colpito dal morbo di Huntington, malattia genetica gravissima. «Voi italiani avete un sacco di cose di cui andar fieri: le moto Ducati, le Ferrari... Ma soprattutto dovete andar fieri di Telethon». Lo ha detto ieri davanti a una sala piena di medici, scienziati, industriali, giornalisti, tutti in convegno a Padova per raccogliere l’appello di Telethon a rilanciare la ricerca. Sabine sta vivendo su di sé cosa vuol dire incontrar qualcuno che si dia da fare per sconfiggere malattie particolarmente disgraziate, non solo perché rare, ma perché poco «appetibili» in quanto poco finanziate. Questo qualcuno è l’organizzazione che dal 1990 ha dato 306,6 milioni di euro alla ricerca sulle malattie genetiche, fondato tre istituti e curato (qui il verbo ha il suo peso) un gruppo di bambini avviati altrimenti a un ben infelice destino.
Un modello vincente, che a sua volta si è plasmato su altri già ampiamente collaudati all’estero e che anche da noi ha dato buoni frutti. Dunque un modello che l’attuale presidente della Fondazione, Luca di Montezemolo - succeduto alla fondatrice Susanna Agnelli scomparsa quasi un anno fa – si è sentito di proporre al governo italiano perché, semplicemente, lo «copi» anche nel pubblico. E sulla dignità del copiare (bene) come atto assolutamente scientifico si son trovati d’accordo tutti - scienziati, medici, rettori di università – mentre il presidente Montezemolo ha ricordato un aneddoto dell’avvocato Agnelli: «Mi raccontò che suo nonno il senatore Giovanni, ai tempi d’oro della Ford, mandò sei tecnici da Torino a Detroit con una sola raccomandazione: ”Copiate molto, copiate bene e che non vi venga in mente di inventarvi niente”».
Fuor di metafora, che si dovrebbe fare? Ricominciare, troisianamente, da tre: le tre parole chiave che nell’esperienza Telethon hanno portato la ricerca italiana a diventare un punto di riferimento a livello mondiale.Strategia, Competenza e Merito. «Sembrano banalità ma ciascuna ha i suoi sottotitoli», tiene a precisare il presidente, che infatti entra nel merito con un documento pieno di indicazioni operative. La proposta prevede: tavoli tecnici con esperti internazionali per tracciare le priorità strategiche; un’agenzia di valutazione e finanziamento indipendente; la piena adesione al sistema del «peer review», affidato a revisori che non operino in Italia.
Il documento, firmato da presidenti e direttori di vari istituti italiani di eccellenza, doveva essere consegnato al ministro Gelmini che all’ultimo momento non è venuta a Padova, ma ha mandato un saluto in cui ricorda l’avvenuta firma di un protocollo d’intesa col comitato Telethon per sensibilizzare al sostegno della ricerca sulle malattie genetiche.
Non c’era il ministro ma il mondo della ricerca, non solo strettamente legata alla medicina, era ben rappresentato. Tutti d’accordo sul fatto che in Italia non manchino creatività e talento, e tutti sicuri che non bastino. «C’è bisogno di fare sistema», ha concluso Montezemolo, «perché la cultura del merito deve diventare cultura-Paese».