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 2010  maggio 12 Mercoledì calendario

«STEFANO ERA NEL GRUPPO DEGLI ULTR, NEL BLINDATO HA COLPITO DUE POLIZIOTTI»

Oltre al ”dopo” pietrificato nel video dell’arresto ci sarebbe anche un ”prima”. Stefano Gugliotta, il giovane del Flaminio colpito al volto da un agente dopo Roma-Inter, avrebbe effettivamente avuto una parte (quale lo dirà il magistrato) negli scontri seguiti alla finale di Coppa Italia di mercoledì scorso. Tre agenti del Reparto Mobile di Roma, risentiti dalla Procura, hanno confermato che il ragazzo a loro dire fu notato tra gli ultrà che affrontarono polizia e carabinieri fuori dallo Stadio Olimpico. Una versione, questa, accreditata dal giudice per le indagini preliminari, Aldo Morgigni, il quale nell’ordinanza di custodia scrive chiaro e tondo: «Gugliotta Stefano veniva individuato nel gruppo di esagitati che dopo aver aggredito la forza pubblica in piazza Mancini si era rifugiato in viale del Pinturicchio...».
Il caso Gugliotta insomma potrebbe contenere due verità solo apparentemente in contrasto. Le immagini riprese con un telefonino documentano senza alcun dubbio un agente della Celere che dà un pugno al giovane al momento del fermo in viale del Pinturicchio. Comunque la si metta, un abuso. Ma non mostrano quello che sarebbe accaduto prima a circa duecento metri di distanza. Il verbale di arresto, firmato da tre agenti del Reparto Mobile alle 3,30 del mattino successivo ai tafferugli, quando il video non era ancora stato diffuso, fa pensare che il giovane per qualche motivo fosse stato notato: «... in viale del Pinturicchio, all’altezza di via Podesti, dove erano stati fermati altri facinorosi, si individuava un ragazzo che alla vista degli agenti saliva in motorino e cercava di scappare...».
Un attimo prima in via Podesti, traversa di viale del Pinturicchio, gli agenti avevano preso Alessio Amicone, un ultrà della Roma, e tre minorenni. Un quarto poliziotto della Celere, ieri, a integrazione del racconto dei colleghi, ha firmato una memoria consegnata al pubblico ministero in cui si fa riferimento a Gugliotta. «Il giovane sostiene il celerino faceva parte del gruppo che ha affrontato le forze dell’ordine in piazza Mancini. stato notato e poi rintracciato in viale del Pinturicchio». Parole che ovviamente vanno prese con beneficio di inventario. Perché nulla esclude, neppure il verbale di un agente della Polizia di Stato, che il giovane sia stato scambiato per un’altra persona e che si sia consumato un equivoco nella confusione che sempre regna durante i tafferugli attorno allo stadio.
Ma alcuni elementi, ribaditi ieri dagli agenti sentiti in Procura, hanno indotto il Gip, Aldo Morgigni, a confermare l’arresto. Gugliotta, stando al rapporto della polizia, «al momento dell’arresto e dell’arrivo nelle celle dello stadio era evidentemente in preda all’alcol». Possono aver pesato anche alcuni piccoli precedenti. Il ragazzo, quando era sedicenne, fu accusato di rapina assieme a una baby-gang che derubava coetanei al Flaminio. Nel 2007 gli fu ritirata la patente di guida perché, dopo un incidente stradale, risultò positivo (cocaina) nel test anti-droga.
Ma soprattutto può aver giocato a sfavore di Gugliotta l’atteggiamento dopo il fermo. Il ragazzo, colpito anche da un manganellata alla testa (sei punti di sutura), fu messo momentaneamente insieme ad altri in un furgone del Reparto Mobile parcheggiato in viale del Pinturicchio. «All’improvviso racconta uno dei poliziotti ha cercato di saltare fuori e di scappare. Sembrava impazzito. Dalla pedana del blindato ha sferrato un calcio verso un vicequestore e ha colpito un collega». L’agente, preso a un gomito, è stato medicato: cinque giorni di prognosi. A quel punto all’accusa di violenza (per i presunti scontri), si sono aggiunte quelle di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il tutto avvenuto davanti al vicequestore aggiunto che comandava gli uomini della zona. Il quale, pur avendo incrociato Gugliotta solo in quel momento, lo ha visto all’opera e non ha potuto che chiederne l’arresto.