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 2010  maggio 12 Mercoledì calendario

DUBBI E SCOMMESSE DOPO IL MAXI PIANO


I dubbi, dopo l’Euforia. Si sa, il mercato funziona così. Non sono passate nemmeno 36 ore dal varo del maxi-piano da 750 milioni e gli investitori guardano già aoltre. Ai problemi di un’ Europa che un maxi piano così massiccio potrebbe non risolvere del tutto. La principale preoccupazione è per la capacità delle economie periferiche dell’Europa di rimettere in riga il deficit e di rispettare il rigore fiscale richiesto dall’Ue, senza compromettere la crescita. Già. Perchè se la Bacna centrale europea sarà costretta a manatenere i tassi di interesse al minimo storico, allora ci sarò da temere per la debolezza dell’euro, dicono gli operatori. Nel frattempo, però, la stabilità sul mercato dei titoli di Stato sembra essere al sicuro. Anche grazie gli interventi programmati dalla Bce per l’acquisto dei titoli considerati più a rischio.

1. Perché il calo dei listini dopo il boom di lunedì?
Dopo una crescita così straordinaria dei listini, la correzione delle quotazioni è considerata pressoché fisiologica dagli operatori. Inoltre, se è vero che il piano salva Ue porterà indubbi benefici sulla liquidità e la stabilità dell’area nel breve periodo, non mancano incertezze sulle prospettive dell’Europa nel lungo periodo. Perchè i Paesi più deboli del Mediterraneo dovranno dimostrare di tenere sotto controllo il deficit. E la crescita non potrà che risentirne, dicono gli economisti.

2. Perché il rendimento dei titoli a un anno è salito?
Il maxi-piano salva euro ha certamente rassicurato i mercati sulle prospettive di stabilità dell’area. Tanto da spingere le richieste sull’asta di ieri. Ma la nuova emissione è avvenuta, comunque, in un ambiente molto incerto. Un clima caratterizzato da una nuova discesa dei listini azionari europei, dalla rinnovata pressione sull’euro rispetto al dollaro e dalla domanda in crescita per i Bund, i titoli di Stato tedeschi.

3. Cosa comporta per l’Italia l’aumento degli interessi?
Il rendimento dei Bot a scadenza annuale è tornato ieri all’1,442%, ai livelli di febbraio 2009, con un aumento di 0,509 punti rispetto all’ultimo analogo collocamento sul mercato. Questo vuol dire che il Tesoro ha pagato mezzo punto in più di interessi per finanziarsi sul mercato dei capitali. Sopportando un aggravio della spesa per interessi, uno dei punti deboli dei conti pubblici. E con conseguenze sulla crescita del debito.

4. La debolezza della moneta unica farà salire l’inflazione?
Con il rafforzamento del dollaro il rischio maggiore è proprio la ripresa dell’inflazione in Europa. Se, infatti, da una parte, l’euro debole può dare una forte spinta all’export, dall’altro la necessità di importare materie prime denominate in dollari (petrolio in particolare) può provocare un aumento dei costi di produzione che finirebbe per scaricarsi sui prezzi finali dei prodotti. Tanto più in quei Paesi in cui la crescita è già in atto e in cui i consumi sono in crescita.

5. La Banca centrale terrà i tassi giù ancora a lungo?
Gli operatori sono convinti che i tassi in Europa saranno bassi per molto più tempo di quello che era previsto. Perché le difficoltà dei Paesi più deboli di riportare i deficit sotto controllo, il rigore fiscale rischiesto dall’Ue e le conseguenze di questi due elementi sulla crescità di Eurolandia porteranno la Banca centrale verso un orientamento preciso: mantenere i tassi ai minimi. Gli stessi operatori scommettono, inoltre, su un andamento diverso del costo del denaro Usa.

6. L’intervento Bce metterà al sicuro i titoli europei?
L’obiettivo è proprio quello di garantire stabilità sui prezzi dei titoli di Stato, trascinati nelle turbolenze delle ultime settimane. Secondo quanto previsto dal piano anti-speculazione, la Bce comprerà titoli di Stato nei portafogli di banche e investitori giudicati dal mercato poco sicuri. E lo farà attraverso le banche centrali nazionali. Per evitare che la manovra produca liquidità, l’istituto ha annunciato che non finanzierà gli acquisti stampando moneta, ma dando suoi certificati di deposito.