FRANCESCO GRIGNETTI, La Stampa 11/5/2010, pagina 14, 11 maggio 2010
LA CRICCA PUNTAVA AGLI APPALTI DEL PIANO CARCERI
E’ forse una storia ancora da raccontare, quella della «cricca» e dei rapporti di rivalità che dividevano Angelo Balducci e il gruppo della Ferratella con Guido Bertolaso e la Protezione civile. E’ il 23 ottobre scorso quando si viene a sapere che il governo sta pensando a un piano straordinario per le carceri. Si parla di «modello L’Aquila». Bertolaso in quel momento è il salvatore della patria e Berlusconi vuole affidargli questa nuova sfida. Ma quelli della «cricca», invece, impazziscono di rabbia alla notizia che nuovi appalti milionari gli possano essere soffiati di sotto il naso.
Parla l’ingegnere Fabio De Santis con una dirigente del ministero delle Infrastrutture: «Gira la voce che sarà affidata alla Protezione Civile la gestione del piano edilizio per la costruzione di nuove carceri ... senti, reggiamo duro... cioè ... questa voce gira .. hai capito ?... lì ci vuole una ribellione feroce». Sì, una «ribellione feroce. La interlocutrice di De Santis, Maria Pia Pallavicini, è anche lei molto contrariata. «Assolutamente.. ma dove l’hai sentita ’sta cosa? Certo però sai bisogna essere spalleggiati dal ministro .. da soggetti che caldeggiano questo perché io posso fare tutto quello che è in mio potere ma è molto limitato».
Già, i dirigenti del ministero sono pronti a fare le barricate per tenersi la competenza sugli appalti delle carceri. Ma ci vuole una copertura politica almeno pari a quella che spinge Bertolaso sempre più in alto. E poi bisogna sapersi muovere dietro le quinte alla maniera giusta. Per potersi opporre a dovere a Bertolaso, e poter almeno presentare un qualche buon esempio che giustifichi una soluzione alternativa, De Santis decide perciò di muoversi in prima persona. Ma è necessario fare presto perché bisogna mettere tutti davanti al fatto compiuto. E perciò, ecco l’idea di De Santis: «Io guarda .. ma questo in via amicale perché io lo conosco... il capo di gabinetto di Alfano che è Settembrino Nebbioso». Pallavicini:«Anch’io». De Santis: «E’ un amico.. Ci vado martedì alle 10 e mezza perché il sindaco di Perugia mi ha chiesto di ... intraprendere ... diciamo una verifica generale se Grazia e Giustizia è interessata .. diciamo ... a modificare quel carcere che sta proprio al centro di Perugia». Pallavicini: «Guarda quello di Perugia era uno dei pochi che ... diciamo... / paventata l’ipotesi .. un’idea ... di fare una .. dato che è nel centro storico di Perugia .. di farlo in Project: prenderlo quasi come esempio, come modello...».
C’è però un problema. Il sindaco di Perugia, dice De Santis, il carcere lo vorrebbe portare fuori dal centro storico, non semplicemente ristrutturarlo. E allora? «Allora io vado lì in via del tutto amicale ... a dirgli ..."guarda Rino, se questa cosa può interessare la Giustizia, attiviamo una Conferenza di Servizi”». Il che avrebbe significato che di colpo l’amministrazione pubblica si dimostrava dinamica e efficiente. Quale Protezione Civile avrebbe potuto più mettere il becco? Ma c’è da dire appunto che Bertolaso e i suoi metodi di tecnocrate mica vanno a genio a quelli della «cricca». Tutt’altro. Da un’ennesima intercettazione, De Santis racconta a un altro ingegnere, Bentivoglio, di una discussione appena terminata con Mauro Della Giovampaola, un altro arrestato, ma con cui c’è amore-odio: «M’ha fatto vedere quella cosa lì,... quella specie di decreto legge sulla Protezione Civile Spa... dove si sceglie i dirigenti... poi dice che se non vanno bene... si sceglie il Consiglio di amministrazione. ”Sti cazzi”, gli ho detto. ”Scusa, ma noi siamo la Protezione Civile Spa”... Non ho capito... Che fa, voglio dire... che pensa... di andare là?... Ma non esiste proprio».
E allora forse si capisce meglio la freddezza, per non dire il gelo, dimostrato da Bertolaso nei confronti di Balducci e degli altri. Addirittura il sottosegretario ha rivelato nella conferenza stampa di palazzo Chigi che quando uscì una inchiesta dell’Espresso, e Balducci era qualificato come suo «vice», lui voleva querelare. Chiese l’autorizzazione a palazzo Chigi, ma sembra di capire che gli dissero di desistere. S’era talmente arrabbiato per questo avvicinamento che voleva mettere di mezzo gli avvocati.