varie, 12 maggio 2010
Giuseppina Concetta Castino, 84 anni. Torinese, vedova, abitava in un appartamentino coi gerani sul balcone assieme al nipote Gianfranco Varetto detto Gianni, disoccupato di anni 62
Giuseppina Concetta Castino, 84 anni. Torinese, vedova, abitava in un appartamentino coi gerani sul balcone assieme al nipote Gianfranco Varetto detto Gianni, disoccupato di anni 62. Costui, che aveva sempre vissuto alle spalle dei genitori (suo padre - scomparso da tempo - aveva un negozio di pellicceria) si faceva vedere in giro sempre con le camicie candide e i vecchi cappotti di marca ma ormai non possedeva più un centesimo, tanto che aveva il gas staccato da mesi e per cucinare il cibo che gli regalavano i conoscenti del bar e di un piccolo market sotto casa usava le bombole da campeggio. Da qualche giorno poi era proprio disperato perché un suo amico, proprietario dell’appartamento dove abitava con la vecchia zia, «rinnegando un vecchio accordo» gli aveva dato lo sfratto. L’altra sera, mentre la Castino, in camicia da notte, si stava sfilando le calze per mettersi a letto, le piombò alle spalle, le strinse una cravatta al collo, e non si fermò finché quella non smise di respirare. Quindi andò in camera sua, mandò giù dei tranquillanti, e con un tagliacarte si segò le vene, convinto che non si sarebbe più svegliato. Invece la mattina dopo, nonostante le profonde ferite ai polsi, aprì gli occhi e chiamò i carabinieri: «Mia zia voleva morire. L’ho aiutata». Serata di lunedì 10 maggio in un appartamento in via Napione 30 a Torino.