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 2010  maggio 12 Mercoledì calendario

DiCamerino Roberta

• (Giuliana Coen Camerino) Venezia 1920, Venezia 11 maggio 2010. Stilista • «[...] Fu la più famosa e la più osannata dei nostri stilisti ancora prima che esplodesse il Made in Italy, ai tempi in cui la parola stilista non esisteva. Negli anni Cinquanta New York era ai suoi piedi e le signore del jet set, da Grace Kelly a Marella Agnelli alla Callas, impazzivano per la sua borsetta Bagonghi e per i suoi abiti en trompe-l’oeil. [...] Veneziana doc, detta la dogaressa [...] Quando nel 1956 negli Usa grazie al suo ”maglione illustrato” le fu tributato l’Oscar della moda, e cioè l’ambitissimo Neiman Marcus Award, Salvador Dalì, generalmente avaro di complimenti, dichiarò lapidario: ” la prima volta che vedo l’arte nella moda”. La sua invenzione fu disegnare e stampare pieghe, colletti, revers, asole, bottoni, cinture su abiti di jersey che al di là dell’illusione ottica erano invece lisci e lineari, leggeri e ingualcibili, adatti al trolley. ”I tempi erano cambiati - dirà la signora - Non c’erano più le pazienti fantesche ad abbottonare file di gancetti sul dietro”. Ma ciò che più la contraddistingue e fa di lei una pioniera è aver dato inizio a quel fanatismo per l’oggetto firmato - in particolare la borsa - che oggi ci sembra un fenomeno normale, ma certo non lo era. Il must have per eccellenza fu il bauletto Bagonghi, che diventò rapidamente oggetto di culto, status symbol. Nel settembre del ”52 al Lido, su un motoscafo, ne stringeva fra le mani uno in velluto rosso rubino e verde smeraldo la perfida Elsa Maxwell; all’imbarcadero del Danieli sale a bordo Eleonora Rossi Drago con un’identica borsa però nera e beige; altra sosta all’Hotel Gritti, altra elegante dama che sale anche lei con la Bagonghi. Infanzia agiata in una grande famiglia ebrea. Il suo vero nome era Giuliana Coen; la buttarono fuori dal liceo Marco Polo a causa delle leggi razziali. Giovane sposa traversò il confine con la Svizzera fra raffiche di mitra travestita da suora, con il figlio appena nato Ugo, oggi architetto di successo, fra le braccia. A Lugano costruisce la sua prima borsa, un secchiello. Tornata a Venezia nel ”45 apre un piccolo laboratorio alle Zitelle, poi la maison storica di Palazzo Loredan e la prima boutique a San Marco. Quando è invitata a sfilare a Palazzo Pitti è già una star, con i suoi tre inseparabili cani bassotto a pelo ruvido. Aveva scelto come nome d´arte Roberta perché così si chiamava la sua bambola preferita. Camerino invece era il cognome del marito. Il suo fu il primo marchio italiano a conquistare l’estremo Oriente, diventando partner, nel ”75, del gruppo Mitsubishi; 60 licenze in Giappone, 30 a Taiwan. Nella sua lunga carriera ha firmato con la sua R maiuscola di tutto: non solo profumi guanti occhiali ombrelli lenzuola, ma persino yacht e vaporetti veneziani. Dopo varie vicissitudini societarie la maison fu comprata nel 2008 dal gruppo Sixty. Nel 2005, dopo vent´anni d’assenza, la griffe era tornata a sfilare a Milano spiccando, come ai tempi d’oro, per assoluta modernità» (Laura Laurenzi, ”la Repubblica” 12/5/2010).