Varie, 12 maggio 2010
INCALZA Ercole
INCALZA Ercole Francavilla Fontana (Brindisi) 15 agosto 1944. Ingegnere. Capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture (braccio destro del ministro Altero Matteoli) • «[...] vecchia conoscenza socialista della Tangentopoli di Lorenzo Necci e Francesco Pacini Battaglia [...] Le indagini del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza hanno [...] accertato che il 7 luglio del 2004, una provvista di 520 mila euro messa a disposizione da Anemone e trasformata da Zampolini in 52 assegni circolari dell’importo di 10 mila euro ciascuno, pagò l’acquisto di oltre la metà dell’appartamento che Incalza volle per la figlia e suo marito a Roma, al civico 5 di via Emanuele Gianturco. Cinque vani con cantina al secondo piano di un palazzo a ridosso del Lungo Tevere. Cinque minuti a piedi da piazza del Popolo, il cuore della città. Con un’operazione gemella di quelle Pittorru, Balducci e Scajola (quest’ultima, avvenuta per altro solo ventiquattro ore prima, il 6 luglio del 2004), anche in questo caso, visto il quartiere e i prezzi a metro quadro, siamo di fronte a un affare da stropicciarsi gli occhi. Anche in questo caso il contante è trasformato in assegni nella filiale ”Deutsche Bank” di Largo Argentina e a firmare il rogito è il notaio Gianluca Napoleone. Anche in questo caso - come hanno raccontato alla Guardia di Finanza i venditori dell’appartamento di via Gianturco, Maurizio De Carolis e Daniela Alberti, ”di professione giardinieri” - il prezzo reale di vendita, che è di 900 mila euro, non ha nulla a che vedere con quello dichiarato: 390 mila euro. Il ”nero”, come per Scajola, è ”coperto” da Anemone. Il ”chiaro” (saldato in due tranche da 150 e 240 mila euro) da chi risulta dal rogito l’acquirente: Alberto Donati (Montevarchi, Arezzo, 22 giugno 1958, ndmp) ”dirigente” [...] residente a Spoleto, ma, soprattutto, marito della figlia di Ercole Incalza. Ed è lui, ascoltato dalla Finanza, ad offrire la chiave di quanto è accaduto: ”Cercavamo casa - dice - e mio suocero mi disse di rivolgermi all’architetto Zampolini, che avrebbe provveduto”. Zampolini, appunto, provvede come sa. [...] Nel luglio del 2004, quando Anemone acquista via Gianturco, Ercole Incalza non è più il manager socialista naufrago della Tangentopoli che, tra il ”96 e il ”98, ha travolto il sistema ”Necci-Pacini Battaglia” (Incalza, già presidente della Tav e direttore generale del ministero dei Trasporti viene arrestato proprio dai pm di Perugia il 7 febbraio del ”98, accusato di far parte di una ”struttura bene organizzata composta da manager pubblici e privati che manipolava gli appalti Tav per creare fondi extra contabili per erogare tangenti”). Nel luglio 2004, Incalza è di nuovo a galla. stato prima membro del gruppo italo-francese che lavora alla linea ad alta velocità Torino-Lione e si è quindi messo all’ombra del centro-destra, tanto che Pietro Lunardi, allora ministro delle Infrastrutture, lo vuole come suo consigliere. Incalza entra ed esce dall’ufficio di Gabinetto del ministero. una protesi di Lunardi. L’uomo per le pratiche delicate (per dirne una, la metropolitana di Parma, nel cui cda Incalza viene spedito di gran carriera prima che il Cipe sblocchi un appalto da 172 milioni di euro). Conosciamo oggi il tipo di rapporto tra Diego Anemone e Lunardi. E dunque la sua apparizione nel giro delle case a prezzi agevolati non appare esattamente un fulmine a ciel sereno. Né, d’altronde, la scommessa di allora fatta da Diego Anemone può dirsi errata, dal momento che nel 2008, anche Matteoli vorrà con sé Incalza alle Infrastrutture. E questa volta in un ruolo tecnico e apicale, incardinato nel ministero. [...]» (Carlo Bonini, ”la Repubblica” 12/5/2010).