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 2010  maggio 11 Martedì calendario

MOLTI MALI DELLA GRECIA FRA CLIENTELE E CORRUZIONE

Sarebbe bello capire che cosa stia realmente accadendo alla Grecia. Dal linguaggio specialistico non si ricava granché. Sarà semplicismo, ma non può essere trascurato il sospetto per cui l’apertura frettolosa e avventata all’importazione dai mercati orientali abbia contribuito, e non poco, ai disastri economici (soprattutto popolari, quelli della classe meno abbiente) che stiamo vivendo. Insomma un caos che una sua disamina saprà districare.
Dario Lodi
Dariolodi@alice.it
Caro Lodi, la Grecia ha un sistema politico strutturalmente clientelare. Anche l’Italia, naturalmente, soprattutto quando le assunzioni di personale pubblico vengono fatte «a chiamata», può essere definita «clientelare». Ma la Grecia lo è scopertamente, sfacciatamente, istituzionalmente. I partiti collocano i loro clienti nella macchina statale e li trattano come elettori piuttosto che come servitori dello Stato. Per meglio conquistare e conservare i loro voti hanno introdotto norme costituzionali che garantiscono l’impiego a vita e l’inamovibilità. Il comma 4 dell’art 103 della Costituzione ellenica dice: «I pubblici funzionari che occupano posti previsti dalla legge saranno stabilmente impiegati fino a quando questi posti continueranno ad esistere. A eccezione di quelli che vanno a riposo per limiti d’età o perdono il posto per una sentenza di tribunale, i funzionari pubblici non potranno essere trasferiti senza l’opinione, o ridotti a un grado inferiore o licenziati senza la decisione, di un Consiglio composto per almeno due terzi da funzionari permanenti». In altre parole è una categoria che si autogoverna. evidente che il rischio di corruzione in una burocrazia costituita da clienti inamovibili è piuttosto alto.
L’adozione dell’euro, purtroppo, ha avuto l’effetto di peggiorare la situazione. Grazie alla diminuzione dei tassi d’interesse, il Paese si è fortemente indebitato con prestiti che sono serviti, in buona parte, ad aumentare i salari della funzione pubblica (30% in tre anni) e ad alimentare la macchina della burocrazia clientelare. E quanto più i salari aumentavano tanto più diminuivano la produttività e la competitività del Paese. Per risanare i conti dello Stato occorre diminuire i salari e sfrondare l’albero della burocrazia nazionale. quello che il governo di Atene sembra disposto a fare, ma le reazioni popolari di cui siamo stati testimoni negli scorsi giorni dimostrano che non sarà facile.
Aggiungo, caro Lodi, che secondo una tabella della Banca Mondiale pubblicata dal Wall Street Journal del 7 maggio, la Grecia è uno dei Paesi in cui è più difficile iniziare una attività economica. Le tappe dell’operazione’ permessi di costruzione, registrazione della proprietà, assunzione di mano d’opera, credito bancario, rapporti con il fisco, licenze d’esportazione – formano un percorso a ostacoli che scoraggia gli investimenti stranieri e provoca la fuga dei capitali nazionali. Ameno che l’imprenditore non accetti di procacciarsi la benevolenza di un funzionario dello Stato. So che alcuni di questi peccati possono essere addebitati anche all’Italia. Ma nella tabella della Banca Mondiale, in cui sono esaminati 183 Paesi, la Grecia è al posto n. 109, mentre l’Italia è 30 posti più in su.
Sergio Romano