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 2010  maggio 11 Martedì calendario

BENVENUTI NEL MICROMONDO CHE VERR

Nel meraviglioso mondo delle nanotecnologie, gli oggetti scivolano lungo la tavolozza dei colori, perdono peso, diventano capaci di attraversare le pareti. Con un salto dalle dimensioni ordinarie alla scala dei nanometri (milionesimi di millimetro) si abbandonano infatti le leggi della fisica della vita quotidiana e si entra nel dominio della fisica quantistica. Le applicazioni potenziali sono infinite e quelle reali cominciano già ad affacciarsi. Sia gli Stati Uniti che l´Unione Europea e i singoli paesi membri cercano di coordinare a livello centrale la ricerca di un settore (riservato agli oggetti di dimensioni inferiori ai 100 nanometri) cui sono dedicati nel mondo oltre 6 miliardi di dollari di investimenti solo a livello pubblico e che, calcola l´Economist, producono tra i 2mila e i 3mila brevetti ogni anno.
Le applicazioni parlano di nanotecnologie in grado di cambiare proprietà ottiche e chimiche degli oggetti, di rendere impermeabili i tessuti, dare più gusto ai cibi, eliminare i batteri dalle superfici e penetrare nell´epidermide in profondità per rendere più efficaci i prodotti di bellezza. Ma non mancano gli inconsapevoli utilizzi delle nanotecnologie che risalgono al medioevo, come le vetrate delle chiese, realizzate grazie a nanoparticelle di oro che assumono colori differenti a seconda delle loro dimensioni. Anche i filtri solari usati da 40 anni non sono altro che nanomolecole di biossido di titanio, materiale capace di catturare i raggi ultravioletti. E le marmitte catalitiche delle automobili rappresentano delle vere e proprie centrali nanotecnologiche, campi di battaglia fra le particelle "buone" che cercano di neutralizzare quelle "cattive" responsabili dell´inquinamento. Parlando sempre del presente, si stanno affacciando ora sul mercato pannelli solari con nanoparticelle in grado di generare elettricità partendo dalla luce del sole o cementi per l´edilizia che catturano alcune sostanze inquinanti.
In ognuna di queste declinazioni, amplificabili all´infinito, le nanotecnologie partono da un assunto unico: man mano che si scende dalla scala normale all´infinitamente piccolo, la materia muta proprietà, cambia colore, assume qualità nuove, diventa capace di interagire diversamente con gli atomi e le molecole che trova attorno a sé. Come gli atomi di carbonio, che uniti a formare dei microtubi, diventano capaci di realizzare materiali più resistenti dell´acciaio, utilizzabili per il momento nello sport di alto livello per biciclette, racchette, mazze da golf.
"C´è così tanto spazio, in fondo" pronunciò il grande fisico Richard Feynman durante una presentazione all´American Physical Society il 29 dicembre 1959, data che è considerata il compleanno delle nanotecnologie. Il padre di tutti coloro che pensano in piccolo si riferiva al problema di "manipolare e controllare le cose in una scala piccolissima". E se oggi qualcuno teme che l´esercito delle particelle invisibili possa sfuggirci di mano e colonizzare sia l´ambiente che il corpo umano, un nuovo ramo della medicina pensa invece di sfruttare le potenzialità dei "medici in miniatura" per raggiungere i tessuti malati e curarli meglio.
A febbraio di quest´anno, per esempio, al Campus Ifom-Ieo (formato da Istituto Firc di oncologia molecolare e Istituto europeo di oncologia) di Milano è appena stato inaugurato il Cen, Centro europeo di nanomedicina. A guidare un´équipe di medici, biologi e ingegneri è Francesco Stellaci, rientrato in Italia dopo aver insegnato scienza dei materiali al Mit di Boston. L´obiettivo è realizzare minuscole "navicelle" riempite con un farmaco in grado di raggiungere il tumore, riconoscere le cellule malate e rilasciare solo lì, senza provocare danni agli altri organi, il medicinale scelto dai medici. Così come nelle marmitte catalitiche sono applicate nanotecnologie per aiutare l´ambiente, poi, una delle strade della ricerca prevede anche l´uso di materiali infinitamente piccoli che assorbano nella loro trama di atomi il petrolio che si riversa in mare.