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 2010  maggio 08 Sabato calendario

LA CASA DI ROSY BINDI E L’ERRORE CHE NON C’E

Egregio direttore, l’articolo pubblicato giovedì dal vostro giornale, relativo all’acquisto dell’abitazione dell’on. Rosy Bindi, contiene informazioni false che impongono una smentita. L’appartamento dell’on. Bindi non si trova a Piazza del Popolo, ma è al primo piano di un edificio in una strada laterale della zona e non gode di alcuna vista panoramica. Per sei anni, dal 2000 al 2006, l’on. Bindi vi ha abitato in affitto pagando un canone di mercato pari a circa 1.500 euro al mese. La casa è stata messa in vendita dopo l’approvazione della legge varata dal Governo Berlusconi sulla cartolarizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. stata acquistata senza godere di alcun specifico sconto o personale privilegio ma rispettando le procedure e criteri fissati dalla normativa. La valutazione dell’appartamento, come di tutti gli altri coinvolti nelle cartolarizzazioni di Tremonti, è stata fatta dall’Agenzia per il Territorio seguendo la normativa e in base a criteri di mercato. La valutazione dell’Agenzia, che non aveva interesse e non avrebbe potuto deprezzare l’immobile, è stata fissata in 421 mila euro. Valore benlontanodaquelloipotizzato da Libero. La somma pagata è stata perciò di 421 mila euro, e non 300 mila come riportato nell’articolo, e per l’acquisto si è acceso anche un mutuo ventennale di 200 mila euro, presso il Banco di Napoli. L’articolo, con le tabelle e le mappe illustrative, fornisce dati fasulli e affermazioni chiaramente tendenziose su vantaggi del tutto inesistenti. evidente che si è cercato di utilizzare il nome dell’on. Bindi nel tentativo di minimizzare e coprire chi ha davvero ricevuto favori. Per questa inaccettabile strumentalizzazione la Vicepresidente della Camera ha già incaricato i propri legali di procedere a una denuncia querela nei confronti di Libero.
UFFICIO STAMPA PD PER CONTO DI ROSY BINDI
Gentile vicepresidente della Camera, il testo apparso su Libero
che lei intende rettificare è questo (nel caso non avesse come è evidente dalla sua minacciosa missiva letto l’articolo). ”Supersconto ottenuto anche da Rosy Bindi proprio dietro piazza del Popolo”. Proprio così: non un sostantivo o un aggettivo in più. Quindi lei rettifica quel che non è stato scritto. Ho scritto «dietro piazza del Popolo», perchè la zona è quella. Avevo indirizzo e numero civico preciso, foglio catastale e mappale, vani e ogni particolare depositato alla banca dati catasto dell’Agenzia del Territorio. Non li ho pubblicati per fare un favore all’onorevole Bindi, ed evitarle di trovarsi sotto casa eventuali antipatizzanti. Tutta la documentazione era depositata salvo il prezzo di acquisto tenuto riservato, a differenza di quanto hanno fatto i suoi colleghi con lodabile trasparenza. Quindi nella tabella è stato inserito il prezzo già apparso su altri organi di stampa e che a una ricerca di archivio non aveva ricevuto smentita. Prendo atto del prezzo ufficiale, che lei rivela oggi per la prima volta dopo quattro anni dalla transazione: 421 mila euro. Inserendo tutti i dati del suo appartamento nella banca dati Cerved-Sevia come ho fatto per tutti i colleghi citati, il prezzo di mercato 2006 sarebbe invece di 739.810 euro, e quindi lei avrebbe goduto di uno sconto del 43,09%. Non credo fosse inesatto scrivere «supersconto ottenuto anche da Rosy Bindi», quindi. Quella banca dati raccoglie tutte le transazioni immobiliari a Roma in quella zona di quell’anno e le parametra sulle tipologie degli appartamenti. Per molti politici il dato è che gli appartamenti sono stati acquistati a forte sconto. Ma per un suo collega, vicepresidente della Camera come lei, Rocco Buttiglione, indica l’esatto prezzo da lui pagato nel 2009 per una casa ai Parioli. Quindi la banca dati non mente. Per altro se fosse stato davvero di mercato nel 2006 il prezzo di 421 mila euro per casa sua, con lo stesso identico criterio la casa di Scajola doveva valere nel 2004 529.230 euro, e quindi non staremmo a discutere di alcuno scandalo. (fb)