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 2010  maggio 09 Domenica calendario

IL POEMA SATIRICO CHE ISPIR0’ EJA ALALA’

A Francavilla / siamo venuti / per darvi un saggio / in tre minuti / (ci vuol coraggio) / della favilla / inestinguibile / immarcescibile / che in core ci arde .../ «per le Panarde?»/ dirà qualcuno - / Ohibò, mai no! / di noi nessuno / questo pensò. / Chi ci dipinse / come affamati / mascelle mobili / da mane a sera? / In quella vece / qui ci ha chiamati / qui ci dipinse / - è storia vera - venir ci fece... / sapete chi? / La luna piena! / Proprio così./ E come fu, /come non fu? / E’ presto detto /. Era di notte / e Felicetto / lento moveva - / forse ci aveva / le tasche rotte -/ solo soletto, / quando di botto/ disse così:/ "Sarebbe bella, / or che la sera / c’è luna piena / e ci fa pena / vedere oscura che fa paura / la Silvestrella sarebbe bella / fare una punta a Francavilla
* Antica tradizione abruzzese, consistente nel rifocillare i poveri con un lauti pasto

Oh nostalgia del tempo scorso / quando per via anzi pel Corso / della città di Federico ( ciascuna donna / pudica e pura / il vero io dico / bramava sciogliere la ricca gonna / pel bruno giovine di Prefettura! / Niente paura!! / Tu prendi un «la» e la Gran Dama / du pura fama / Tosto si dà. / Se prendi un «si» casca... così; Se poi però / Tu arrivi al «do» / Anche il marito / inteneriti / cade smarrito fra le tue braccia. / Buon pro ti faccia! /

Mio caro Ciccio dal pelo riccio / fummo di ieri / oggi è l’impero di Muzio il Biondo / Pica ed Alfieri / che alle Cottore / o Cottorelle / da tosto fondo in due o tre ore / a mille più grossi bicchieri / che vanno già cacciando via i mali umori / e delle belle / che bevon acqua con leggiadria / conquista i cuori / mentre di sciacqua / Siamo Signori di dentro e fuori / e al vecchio stemma / aggiunger vuole / un’altra gemma / un’altra palla / poi nella mole / antica e gialla del suo Palazzo / Egli fa il ... pazzo! Ecco – o Signori! – La Nobiltà.

Muzio il Marchese / che d’acqua pura per mezzo mese la cura fa / e avventura cercando va / dopo riprendere / questo s’intende / sbornia perfetta piena superba / con l’ansietta / o la centerba / In alto i cuori! / Eja, alalà / Passa – o Signori! / la Nobiltà. / O Colonnello tutto d’un pezzo d’un sol colore! / Uomo d’onore tu puoi ben dire: «Forse mi spezzo ma non mi piego!» / nelle sue spire / bene mi spiego / no non t’avrà mai la Viltà! / O Colonnello tu sei modello di fedeltà. / Sincerità in cuor t’alberga / giammai le tera / tu rivolgeresti all’onestà. / Nulla chiesdesti / ai disonesti, / nobili sensi nutri nel cuore; / tu ci ripensi a far l’errore! / Però, a tresette / O Colonnello non sei più quello: - / Errori a jose! / Non li commette neppure il ciuccio che fa le chiose! / Il tuo corruccio dura un baleno; / - Se pur t’inquieti gridi e protesti, / torni sereno: sono i secreto dei veri onesti. / Egli è che ci hai l’anima pura del Ghibellino fiero fuggiasco che tanti guai e pene amare fan passare a chi ignorava letteratura