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 2010  maggio 09 Domenica calendario

SILVIO LIQUIDA VERONICA: MACHERIO E 7 MILIONI

Silvio era stato inamovibile: se Veronica non accetta la controfferta, disse, dovrà andarsene da Macherio. Da ieri, Villa Belvedere Visconti di Modrone (valore 78 milioni), è della signora aspirante a tornare signorina. E qui, forse, lei continuerà a condurre vita separata da Silvio. Miriam Bartolini, alias Veronica Lario, avrebbe infatti accettato (suo malgrado, si fa per dire) l’assegno di mantenimento proposto dal marito dal quale intende divorziare: sette milioni e mezzo (lordi) all’anno. Circa 583 mila euro al mese di ”alimenti”. Ma quanto consuma madame? Viene da domandarsi. Ma si sa, il principio intorno al quale ruota questo tipo di ”stipendietto” è la possibilità, pe la consorte, di continuare a mantenere il tenore di vita precedente alla decisione di dividersi.
Ieri c’è stata l’udienza per la separazione del secolo. Il premier Silvio Berlusconi e consorte si sono incontrati in Tribunale con i rispettivi legali: Ippolita e Niccolò Ghedini, più Cristina Rossello per lui; avvocato Maria Cristina Morelli per lei. Cinque ore davanti al presidente della IX sezione civile Giulia Servetti, anche se un momento prima, Silvio e Veronica avevano incontrato il presidente del Tribunale Livia Pomodoro. Dunque l’accordo sulla liquidazione di Veronica sembrerebbe raggiunto, nonostante le schermaglie della precedente puntata: quando in gran segreto lei aveva incontrato il marito in Prefettura, era il 31 gennaio e i due non si vedevano da nove mesi. Il faccia a faccia era durato venti minuti, anche se l’udienza di fuoco era andata avanti cinque ore, esattamente come ieri.
I passaggi più curiosi di questo ”divorzio” non sono soltanto i numeri da capogiro: la divorzianda, oltre alla buona uscita di 700 milioni di euro come una tantum (un tempo 1.355 miliardi di lire), aveva in precedenza chiesto un appannaggio mensile di tre milioni e mezzo al mese. Il collegio difensivo di Berlusconi aveva definito la richiesta «esorbitante» e controbattuto con una controfferta: la somma a gennaio oscillava fra i 200 e i 300 mila euro mensili. Una miseria, si fa per dire, che ieri è lievitata fino a sette milioni e mezzo all’anno. Più Villa Macherio.
Gli avvocati del premier avevano consegnato, direttamente nelle mani del presidente Servetti un dossier per illustrare il patrimonio della signora Lario: ovvero immobili a Segrate e a Milano, a Olbia, Londra e New York, società e denaro, che secondo quanto raccontato dal premier ai suoi difensori sarebbe stato messo insieme dalla moglie ”solo” grazie a regalie e liberalità che lui le avrebbe fatto in 19 anni di matrimonio e circa 30 di vita insieme. Il ”tesoretto” accumulato negli anni, ma anche altro. Sembra infatti che le pagine più significative e roventi del memoriale depositato dagli avvocati di Silvio, fossero quelle dedicate al ritratto di Veronica: moglie incline a perdonare a sé stessa ciò che ha rimproverato pubblicamente al marito. Ovvero le corna. Gli scritti sulle infedeltà di lei erano, processualmente parlando, da mettere in rapporto diretto con le richieste economiche avanzate. Pretese considerate ingiustificate dalla controparte: visto che Miriam Bartolini nella sua richiesta di separazione, ha accusato il marito-premier di presunte infedeltà che lei stessa avrebbe commesso. Il collegio, sostenendo che anche Veronica non è esente da colpe, ha puntato ad abbassare la posta.
Pare che il memoriale abbia avuto efficacia sulla riduzione dell’assegno. Assegno che va a unirsi a ciò che già era stato versato sul conto della Lario separanda: una cifra che si aggira fra i 60 e i 70 milioni di euro, probabilmente per tutelare gli interessi dei tre figli: Barbara (25), Eleonora (23) e Luigi (21). Ai quali negli anni scorsi il Cavaliere aveva girato anche il 7,5 per cento ciascuno della Fininvest, la finanziaria posta a capo del gruppo di famiglia. Il nodo della separazione ha ruotato anche sulla divisione per eredità di Berlusconi dell’impero Fininvest tra i figli di primo letto (Marina e Pier Silvio) e quelli di secondo letto. Veronica Lario puntava, per i suoi tre ragazzi, a un trattamento che li ”tutelasse” da eventuali ”disparità”. E tutti quanti, oggi possono considerarsi dentro una botte. D’oro.