Guglielmo Pepe, la Repubblica 11/5/2010, 11 maggio 2010
CORSIVI - LE OMBRE DEL CINQUE PER MILLE
Il cinque per mille, che può essere devoluto a favore del volontariato e delle organizzazioni no-profit, è utile a molti. Allo Stato, che dà al cittadino la facoltà di sostenere chi vuole senza impegnarsi direttamente; al contribuente che, nell´anonimato, non aggiunge nulla alle imposte da versare e così facendo si sente a posto con la propria coscienza civica; alle piccole strutture beneficiate, che ottengono soldi senza dover bussare cassa al governo di turno (anche se i fondi arrivano tardi). Eppure qualcosa stona. Se è vero che non si può fare una selezione preventiva sulle organizzazioni richiedenti (c´è di tutto e di più), non è chiaro quali siano i controlli su destinazione e utilizzo dei soldi. Le grandi associazioni riescono a garantire trasparenza. Però sono poche. E privilegiate, perché ricevono la "fetta" più grossa del devoluto. Non a caso, alla vigilia della denuncia dei redditi, le più note (finanziate spesso con soldi pubblici) fanno ampia pubblicità sui media. Di fatto perfino nel cinque per mille non solo vale la legge del più forte, ma si alimenta una disparità, in contraddizione con lo spirito filantropico che ne aveva generato la nascita.