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 2010  maggio 08 Sabato calendario

INTESA BELTRAMI PRESIDENTE

Dopo mille polemiche un voto per acclamazione. Il consiglio di sorveglianza di Intesa-Sanpaolo elegge all’unanimità Andrea Beltratti presidente del consiglio di gestione. Il presidente dell’organismo di sorveglianza Giovanni Bazoli raggiunge così l’obiettivo dichiarato già da giorni, di chiudere la vicenda in tempi rapidi.
E il problema di designare un candidato che è stato indicato dai grandi azionisti della banca - sul nome di Andrea Beltratti, indicato in origine dalla Compagnia di Sanpaolo assieme a quello dell’ex ministro Domenico Siniscalco, si sono raccolti a inizio settimana i consensi ufficiali di tutti e cinque le fondazioni azioniste - è superato da tre pareri legali che Bazoli aveva chiesto. Secondo quelle opinioni anche votando il candidato indicato dalle fondazioni non si può comunque ipotizzare un patto occulto tra gli stessi grandi soci. Dopo le ultime assicurazioni dello stesso Bazoli - a chiedergliele è il consigliere anziano Gianguido Sacchi Morsiani - il consenso è così unanime. Votano a favore anche i consiglieri Pietro Garibaldi e Riccardo Varaldo, che nei giorni scorsi avevano sollevato il problema del metodo scelto per scegliere Beltratti.
Con la nomina di tutto il consiglio di gestione, nel quale viene ovviamente confermato il consigliere delegato Corrado Passera a cui si aggiungono Marcello Sala come vicepresidente vicario, Giovanni Costa come vicepresidente e i consiglieri Paolo Campaioli, Roberto Firpo, Emilio Ottolenghi, Aureliano Benedetti ed Elio Catania, l’organigramma della banca è completo e si può tornare alla piena operatività. Già lunedì ci sarà la prima riunione dell’organo e venerdì 14 Intesa-Sanpaolo si presenterà al mercato con i dati - molto attesi - del primo trimestre 2010.
Ma soprattutto la nomina di Beltratti rappresenta la fine di un incubo, quello della frattura insanabile tra le fondazioni azioniste. Non a caso, mentre tutti rendono un omaggio non formale al presidente uscente Enrico Salza e accolgono il professore cinquantunenne - un ragazzino per l’establishment nostrano - della Bocconi, giungono le dichiarazioni del presidente della Compagnia torinese Angelo Benessia e di quello della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti. «Siamo grati a chi ha condiviso la candidatura e fiduciosi per le sfide del prossimo futuro», dice Benessia. E poi aggiunge che «le fondazioni azioniste hanno saputo esprimere anche in questa occasione la loro grande vocazione all’autonomia... e la loro naturale coesione».
«Contento!» è anche Guzzetti che ringrazia Bazoli «per un risultato non scontato» come la nomina di Beltratti. Poi ribadisce «l’impegno delle fondazioni azioniste, dopo avere positivamente concorso a percorrere un passaggio complesso», a dare ai vertici della banca «tranquillità e certezza, con il proprio sostegno».
La frattura, dunque, non c’è stata, ma alcuni postumi probabilmente ci saranno. Anche chi ha spinto Beltratti è adesso consapevole dell’enorme impegno che attende l’economista, il quale dovrà inserirsi con esiti non scontati in un sistema di potere ben rodato che ruota attorno all’asse Passera-Bazoli-Guzzetti. E anche sul rapporto con Torino e con il mondo Sanpaolo, Beltratti dovrà imparare molto. E nel mondo delle fondazioni sono previste tensioni. Le nubi si addensano in particolare su Torino, dove la nomina di Beltratti - pur suggerito dalla Compagnia - non placa le polemiche sul presidente Angelo Benessia. A contrastarlo, complice pure lo scossone elettorale che ha portato la Lega in Regione, un corposo gruppo di consiglieri della fondazione che gli imputa di non essere più rappresentativo e contesta proprio la gestione delle nomine in Intesa-Sanpaolo. Così anche il successo del presidente indicato da Torino «non cambia nulla - spiega uno degli undici firmatari del documento che mette in discussione Benessia -. Si è rotto il rapporto di fiducia e bisogna cambiare». Per mercoledì prossimo i rivoltosi puntano a spodestare il presidente della Compagnia e sostituirlo.