GIANNI MURA, la Repubblica 9/5/2010, 9 maggio 2010
QUEL TIFO SELVAGGIO CHE RISVEGLIA ANCHE ABETE - A
voler essere pignoli, il calcione di Totti a Balotelli qualche buon effetto l´ha portato con sé. Per esempio, ha ridato la parola ad Abete. Dopo il derby con sequestro di asce e coltelli, dopo il tifo distorto di Lazio-Inter, dopo aver inizialmente taciuto sulla finale di Coppa Italia, Abete ha ripreso a parlare per commentare le frasi di Napolitano. Con l´accenno a Totti si è costruito un titolo, ma Napolitano ha anche parlato di «tifo selvaggio», e su questo si è un po´ sorvolato. Invece è opportuno parlarne, tanto più se nello stesso giorno il capo della polizia Manganelli, lancia un allarme: «I tifosi violenti non sono una sparuta minoranza ma migliaia, organizzati in tutte le province italiane e spesso alleati della criminalità organizzata». Quindi, annuncia Manganelli, «Nelle prossime settimane sarà creato un desk di investigatori per concentrarsi su questo aspetto».]
[Meglio tardi che mai, viene da osservare. La sparuta minoranza, le esigue frange, minima percentuale erano parole tipiche del sistema, dei padroni del pallone, dei ministri dell´Interno, dei capi della polizia. E´ un quarto di secolo almeno che chi chiede pulizia negli stadi si sente rispondere che si tratta di una sparuta minoranza, che sappiamo chi sono, che li andiamo a prendere quando vogliamo. Se il pensiero di Antonio Manganelli non è stato riassunto bene dai giornali (spero di sì ma temo di no) veniamo portati a conoscenza del fatto che i tifosi violenti sono migliaia e non sappiamo chi sono, quindi tra qualche settimana si varerà un desk per approfondire la questione. Sempre a voler essere pignoli, centinaia di tifosi non hanno bisogno, essendo già criminali, di allearsi alla criminalità. Pronto un altro giro di vite. Inaspriremo le norme, dice Manganelli. Sono propositi non nuovi, forse basterebbe applicare con puntualità e senza cedimenti le norme attuali. Il tifoso-criminale non rappresenta una propensione ma una professione, che va contrastata da professionisti. E a proposito di professionisti, il ministro Maroni, intervistato da Sette, regala un titolo ad effetto: «Basta professionisti dell´antirazzismo». Non è sportivo, ministro. Lasci almeno che si giochi la partita. Tanto i professionisti di razzismo sono più numerosi e ascoltati.
[Come sono numerosi e svariati i commenti al calcione di Totti. Estremamente sottile quello di Walter Veltroni e Fabio Cannavaro: «Il gesto è censurabile, non la persona». Esercizio che mi riesce difficile. Il piede e la gamba del gesto appartengono pure a qualcuno, così come il cervello che manda l´impulso alla gamba e al piede. Censurabile, a mio modo di vedere, è chi tira il calcio. E pazienza se censurare, verbo pallido (non è massacrare, non è crocifiggere, non è additare al pubblico ludibrio) mi farà arruolare dai parlamentari, Barbaro, Granata, Ciocchetti e Giachetti tra i «falsi moralisti autori di un linciaggio mediatico». Signori, quando avete un po´ di tempo sarebbe utilissimo un elenco di falsi moralisti e veri moralisti. Giusto per evitare confusione, grazie.
[Il calcio di Totti a Balotelli diventa un caso nazionale perché è un gesto tra due icone, una consolidata una recente. Ci fosse stato lo stesso calcione da Mexes a Maicon, o viceversa, non se ne parlerebbe più. Ma Mexes ha preferito dare pugni a Materazzi, e non se ne parla più. Chivu fa un gestaccio, poi si scusa e non se ne parla più. Invece bisognerebbe sforzarsi di capire da dove nasce la tensione (o l´antipatia, l´odio, fate voi) che conduce a questi gesti. Alla metà del primo tempo il malcapitato Rizzoli ha convocato i capitani che l´hanno ascoltato con un sorriso tra il mite e l´ironico: non vorrà per caso modificare l´arbitro un copione già scritto? D´altra parte, dopo nemmeno un minuto Burdisso aveva già lasciato i tacchetti sulla coscia di Sneijder, si sa che il calcio non è un gioco per signorine. I padri di questa frase stupida sono i responsabili del disordine attuale. Hanno moltiplicato muscoli e scontri, poi sono aumentate le telecamere e con loro le simulazioni. A ogni contrasto, corretto o meno non importa, c´è un comizio. Ormai il campo è tutto un terreno minato, non solo le aree di rigore. Ormai non baccagliano più solo quelli che giocano ma anche quelli che stanno in panchina, col quarto uomo che finge di non vedere e non sentire. Censuriamo Totti, come è giusto. Ho notato però che i più comprensivi con lui sono i calciatori (anche dell´Inter, come il capitano Zanetti) e gli ex calciatori (Riva, Rivera, Zoff, Mihajlovic). Resta in piedi la domanda su dove stia andando il nostro calcio e su che messaggio mandi. E, infine, chiediamoci perché mezza serie A ha picchiato, picchia o cerca di picchiare sempre lo stesso giocatore, con la maglia numero 45.