Stefano Carli, Affari & Finanza 10/5/2010, 10 maggio 2010
Google alla rincorsa dell’iPhone prime prove tecniche di sorpasso - Saranno mesi cruciali per l’iPhone quelli che verranno
Google alla rincorsa dell’iPhone prime prove tecniche di sorpasso - Saranno mesi cruciali per l’iPhone quelli che verranno. Perché serviranno a capire se la marcia trionfale del supertelefonino di Steve Jobs avrà raggiunto il suo culmine oppure no. Al momento entrambe le opzioni sono possibili, ma la novità è proprio l’insorgere dei primi segnali di cedimento. Che arrivano dagli Usa. Secondo ComScore tra fine ottobre 2009 e fine gennaio 2010 la quota di Apple sul mercato Usa degli smartphone è cresciuta di appena lo 0,3%, dal 24,8 a 25,1%. Al tempo stesso quella di Google, ossia dell’insieme dei cellulari con sistema operativo Android, è cresciuta del 4%, dal 2,8 al 7,1%, e la Rim con il suo Blackberry ha addirittura consolidato il suo primato, crescendo dal 41,3 al 43% del totale di mercato: è cioè cresciuta sei volte l’iPhone. Due settimane fa una seconda conferma: AdMob, una dei maggiori network Usa per la pubblicità sui telefonini, ha pubblicato il dato del primo sorpasso di Android su iPhone. E’ un sorpasso ancora parziale, non ancora in termini di unità vendute ma di traffico. Ma intanto è una prima volta. Il dato infatti evidenzia come il traffico Internet originato dai telefonini ”motorizzati’ Google abbia superato quello degli iPhone. In appena due mesi, il rapporto di forza si è invertito: l’Iphone aveva il 46% e Android il 39% a febbraio, a marzo è l’esatto opposto. Certo, sono dati che vanno letti con attenzione e non con lo spirito dei ”tifosi’ (partigianeria che contagia soprattutto gli iPhonefan). E allora è opportuno ricordare che AdMob rileva soprattutto il traffico fatto attraverso i motori di riserva e la navigazione e non quello delle applicazioni, tipo gli acquisti su iTune di Apple. E forse va rilevato anche che AdMob è stato appena acquisito da Google, per 750 milioni di dollari. Ma va anche detto che l’offerta di Google ha battuto quella alternativa di Steve Jobs. Quindi: cautela. Perciò: dodici mesi fa ci si chiedeva se l’iPhone avrebbe decretato la fine dei Blackberry e se i Googlephone avrebbero potuto costituire un’alternativa. A dodici mesi di distanza, quello che si vede sono i Blackberry in piena salute (sono ormai il quarto produttore mondiale non nella sub categoria smartphone, ma in quella generale, avendo superato SonyEricsson) e che Google cresce. Forse più lentamente del previsto, ma in modo inesorabile. «Non parlerei certo di declino dell’iPhone afferma sicura Carolina Milanesi, vicepresidente di Gartner, uno dei maggiori centri di ricerca e consulenza sul mercato mondiale dell’Ict ma certo sarà difficile che mantenga in futuro il ritmo di crescita degli ultimi mesi. Nel 2009 ha fatto un gran balzo entrando in un’ottantina di mercati, adesso può solo crescere nei singoli mercati in cui è già, acquisendo nuovi operatori. In Gran Bretagna, per esempio, è passata dal 4 al 7% del mercato perché gli iPhone sono finiti anche nel portafoglio terminali di Orange. E adesso si è aggiunta anche Vodafone. Quanto all’ingresso di Blackberry tra i Top 5 mondiali, dipende soprattutto dal fatto che pesa la maggiore stabilità e sicurezza di Blackberry rispetto a tutti gli altri, non solo iPhone, ma anche Google e Nokia. e’ questo alla base del fatto che nel primo triemstre 2010 ancora si siano venduti oltre 10,5 milioni di Blackberry contro gli 8,8 milioni di iPhone». Ma ora le cose per Jobs si complicano. Perché il fronte della concorrenza si sta decisamente rafforzando. Intanto con la vera novità dei prossimi mesi: il nuovo Nokia N8. Per Carolina Milanesi «E’ forse il primo passo di Nokia nella giusta direzione». E in effetti il gigante finlandese è quello che ha finora più sofferto il ciclone iPhone. Numero uno mondiale dei cellulari, numero uno mondiale dei sistemi operativi, numero uno mondiale degli smartphone, ha negli ultimi dodici mesi sofferto la sensazione che tutti questi primati appartenessero al passato. Apple ha spinto tutto il mercato a compiere un doppio salto mortale per entrare nella telefonia mobile 2.0: non più solo smartphone, ossia telefoni più intelligenti, ma veri e propri microcomputer in cui le funzioni legate alla connettività e alla Rete non sono più secondarie ma a pari livello con quelle più tradizionalmente ”telefoniche’. Job ha insomma imposto il suo standard e la novità ha finora fatto premio perfino sul fatto che gli iPhone lasciano parecchio a desiderare proprio nella parte telefonica. Rispetto alla versatilità e facilità di uso dell’iPhone, e soprattutto alla quantità di cose che permette di fare, Nokia è rimasta spiazzata (e non solo Nokia, intendiamoci). I suoi touch screen sono ancora molto rigidi, la gestione delle diverse applicazioni un po’ complicata. Ma questo vale un po’ per tutta l’industria dei cellulari, che fino a oggi ha ragionato per settori: il telefonino che fa bene video e foto, quello più adatto per la posta e i social network, quello migliore per ascoltare la musica. L’iPhone ha fatto in sostanza un solo modello, con gran risparmio in termini di produzione, assistenza e marketing. E ha finora fatto en plein. Perfino Google si trova ora a fronteggiare il problema del moltiplicarsi dei modelli e delle versioni di Android: si stanno susseguendo molto velocemente, e questo è un bene perché il sistema è giovane e ogni nuova versione porta un passo più in là le potenzialità, ma crea disagio tra gli utenti, le applicazioni precedenti vanno tutte riscritte, ogni tanto si perde qualcosa. Ma comunque Android avanza anche in questa moltitudine di modelli e versioni. Anzi, ora si dovrebbe accelerare. Finora la crescita di Android è stata legata a un marchio ”minore’. come la taiwanese Htc. Ma le cose stanno cambiando e due pesi massimi come Samsung e Lg stanno aumentando il numero dei modelli Android. Faranno la differenza: si è visto già l’effetto positivo dato dall’arrivo di Motorola, con il Droid prima e ora con il Cliq. Per questa stessa ragione è importante il ritorno di Nokia: perché era stata finora il tassello mancante. Adesso pare che l’N8 abbia risolto molti problemi. Il sistema operativo rappresenta la prima uscita del Symbian 3, il sistema touch è come quello di iPhone, con il multi touch e il pich zoom (lo schermo riconosce il contatto di due dita contemporaneamente). E soprattutto Nokia ha capito che deve puntare sul prezzo. L’N8 sarà ”su strada’ attorno ai 450 euro. Il prezzo degli smartphone si sta dunque ancora abbassando. Segno che un altro passo verso la completa sostituzione dello standard è stato fatto. Ancora qualche anno e questi microcomputer a schermo pieno, non saranno più smarthpone, la punta di diamante del settore, ma solo semplici telefonini. Job ha segnato la strada, ma d’ora in poi non sarà più solo. E la compagnia per lui sarà molto scomoda.