Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 9/5/2010;, 9 maggio 2010
IL FATTO DI IERI - 9 MAGGIO 1938
Furono sette ”giornate particolari” quelle dello storico viaggio in Italia di Hitler del maggio ”38, a pochi mesi dall’Anschluss. Per il fascismo una teatrale esibizione di forza organizzativa. Per l’Asse Roma-Berlino, una sorta di sigillo finale. Obiettivo del regime, stupire ”l’illustre ospite” con effetti speciali, presentando al mondo un’Italia mussoliniana scintillante, degna di ricoprire un ruolo di leadership nel quadro europeo. E così fu, in un turbine di riviste militari al ritmo del neo ”passo romano”, parate oceaniche, addobbi floreali, luminarie notturne, sventolio di vessilli con incrocio di svastiche e fasci littori. Una spettacolare coreografia a far da cornice a opere pubbliche lampo come la Stazione Ostiense di Roma, a performances musicali e sportive. Il tutto corredato da bagni di folla più o meno pilotati, da esercitazioni marziali di Balilla e Giovani italiane, da feste folkloristiche e gran cortei di Camicie Nere. Un biglietto da visita in pompa magna al Grande Alleato, in disprezzo all’altra Italia antifascista - sorvegliata a vista dall’OVRA - che sognava e progettava attentati. Così la grande sceneggiata contribuì a rendere indistruttibile la perversa amicizia italo-tedesca.