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 2010  maggio 08 Sabato calendario

IL NORD PROFONDO RISCHIA IL COLLASSO

Bochum ha abbassato la temperatura delle piscine, Wuppertal ha introdotto una tassa sui cani. Duisburg, città dove nel Ferragosto di tre anni fa un commando legato alla ndrangheta italiana ha ucciso sei persone davanti al ristorante «Da Bruno», ha recuperato gli storici mulini, ristrutturato i porti sul fiume Ruhr con l’aiuto di architetti- star come Norman Foster, ma non è riuscita a risanare il suo debito colossale.
Il Nord-Reno Vestfalia, settima economia europea, Lombardia della Germania, cuore industriale capace di produrre da solo il 22% del Pil del paese che oggi va alle urne, è un Land a rischio crack.
Secondo l’associazione dei comuni tedeschi, solo 35 dei 355 municipi ha i conti in ordine. Un’inchiesta del quotidiano francese Les Echos racconta i salti mortali di tutti gli altri sindaci per non finire in bancarotta. A Wuppertal, città fiorita nell’800 sull’industria tessile, ora centro metallurgico e degli accessori per auto dove è nata la coreografa Pina Bauch, Uwe Mensch, direttore della camera di commercio ammette: «Non siamo messi meglio dei greci». Qui il sindaco è stato costretto a presentare un piano economico che prevede la chiusura di piscine e scuole, l’aumento delle tariffe dei parcheggi e una tassa sui cani. Le piccole imprese familiari della città sembrano ora riprendersi dalla crisi 2009 perché gli ordini sono tornati ma i problemi finanziari del comune restano, tra entrate volatili (come la tassa professionale delle imprese) e uscite certe, come i sussidi ai disoccupati di lunga durata in una città con una disoccupazione al 12%, tasso superiore alla media nazionale (8,1%) e il doppio di quello degli altri Lander occidentali (6,9%). A questo si aggiunge l’incapacità di riconventirsi al terziario, il declino demografico e la sensazione di essere stati abbandonati dallo stato.
Ma Wuppertal, simbolo dei comuni in pericolo, non è sola nel declino. Sulla cartina del Nord-Reno Vestfalia, Land con un’economia pari a quella dei Paesi Bassi dove hanno sede nove tra le più importanti società quotate alla Borsa di Francoforte, fioccano le bandierine dei comuni che rischiano di fallire. Sui muri di Essen, città mineraria in cerca da tempo di rinascita, spuntano poster della Cassa di risparmio che proclamano: «Investiamo nella materia prima del futuro: la cultura». Ma il titolo di capitale europea della cultura nel 2010 non cancella i 3 miliardi di euro di debiti.
Due settimane fa, in clima preelettorale Helmut Linssen, ministro delle finanze Cdu della regione ha promesso aiuti di milioni di euro per i budget comunali del 2011. Ma c’è chi ammonisce sul fatto che i buchi aperti nella regione più ricca e popolosa della Germania, tradizionale roccaforte dell’Spd, non sono solo un fatto locale. «Quello a cui stiamo assistendo è solo la punta di un iceberg», ha detto Gerd Langguth, professore di scienze politiche all’università di Bonn. «Dietro la difficoltà dei comuni è in gioco l’intero assetto federale».