Rossella Cadeo, Cristiano DellཿOste, Il Sole-24 Ore 10/5/2010;, 10 maggio 2010
GUIDA AI PICCOLI BUSINESS FATTI IN CASA
Guadagnare con la casa si può (e non è una provocazione). Certo, l’abitazione è innanzitutto sinonimo di rate del mutuo, sacrifici, imposte, bollette e spese di manutenzione. Un insieme di voci che spingono il conto nazionale a 116,8 miliardi all’anno, pari a 394 euro al mese per proprietario, come ha stimato Il Sole 24 Ore del 15 marzo 2010. Eppure, con qualche accorgimento si può trasformare la propria dimora, anche se non è grandissima, in una fonte aggiuntiva di reddito.
La prima alternativa – quella che può dare i maggiori risultati e richiede i maggiori sforzi – è l’apertura di un bed and breakfast. Una soluzione che di fatto avvicina il proprietario a un imprenditore, e che non a caso va affrontata con criteri gestionali: studiando il mercato, pianificando le spese e curando il marketing e la pubblicità. Senza trascurare il fattore normativo, visto che le regole cambiano da una regione all’altra.
L’ideale è abbinare l’apertura di un B&B con i lavori di ristrutturazione della casa, così da utilizzare come investimento una spesa che era comunque necessaria. L’importante, comunque, è ricordare che per avere successo non serve avere una villa da mille e una notte o un appartamento di lusso o una grande metratura disponibile. A volte bastano una camera in più, una certa disponibilità ad aprire la porta di casa o la capacità di trovare un accordo con gli altri condòmini. Uniti a un po’ di tempo libero e una buona organizzazione. Senza contare che un pizzico di fantasia non guasta, come dimostrano gli articoli in questa pagina e in quella seguente.
Ad esempio, chi ha una certa vocazione culinaria e una naturale inclinazione all’ospitalità, può pensare di inserirsi nell’iniziativa Home food, una particolare forma di ricettività ( apprezzata soprattutto dagli stranieri) che consiste nell’invitare i soci del circuito a pranzo o cena o semplicemente in cucina, ad assistere alla preparazione di piatti. Il ricavato non è strabiliante (30 euro circa per ospite), ma può essere il primo passo per attivare una rete di contatti o per progetti più complessi.
Più redditizia l’opzione "cinematografica": se non si teme l’invasione di troupe e macchinari, le mura domestiche possono trasformarsi in un set per le riprese di fiction, spot o film. Non servono ambienti "scenografici" e non occorre neppure lasciare l’appartamento: basterà dare la propria disponibilità a un’agenzia specializzata e si potràcontare su un’entrata giornaliera variabile da mille a 3.500 euro (ma anche di più nel caso di strutture prestigiose).
Altre opportunità di profitto nascono in ambito condominiale. Dove il luogo è adatto, si possono sfruttare tetti, facciate o impalcature per ospitare cartelloni pubblicitari, insegne luminose o antenne della rete di telefonia mobile: i ricavi sono meno interessanti rispetto a qualche anno fa, ma possono arrivare comunque ad alcune migliaia di euro all’anno. Ovviamente il condominio deve essere d’accordo – con le maggioranze pre-scritte dal codice civile – come nel caso in cui si decida invece di vendere o dare in affitto il locale dell’ex portineria o altre parti comuni dell’edificio.
Una forma di guadagno "relativo" è poi la possibilità di dedurre le spese collegate all’attività professionale da parte di chi utilizza l’abitazione come base per il proprio lavoro. Non sarà molto, ma in tempi di crisi anche una riduzione dei costi può diventare un introito.