EUGENIO OCCORSIO, la Repubblica 8/5/2010, 8 maggio 2010
L´IMBARAZZO DEI SIGNORI DEL RATING " STATO TUTTO UN GRANDE EQUIVOCO" - ROMA
«Mi fa piacere poter chiarire gli equivoci. Noi non abbiamo mai sostenuto che le banche italiane fossero in pericolo, e meno che mai che l´Italia fosse minacciata dal contagio greco. Me lo faccia ripetere: l´Italia non è fra i Paesi più a rischio». Alexander Kockerbeck, capo analista per l´Italia di Moody´s, vuole essere ancora più esplicito di quanto sia stato in conferenza stampa. Scandisce bene le parole per non aggiungere incidente a incidente.
Com´è stato possibile che sui mercati tutti abbiano capito male?
«Guardi, non lo so. Anche nel nostro studio dell´altro giorno, Sovereign Contagion Risk che ha innescato le polemiche, abbiamo scritto che i recenti declassamenti delle banche greche, interconnessi con quelli del debito sovrano di Atene (in dicembre da A1 ad A2 e in febbraio da A2 ad A3, ndr), hanno sollevato il rischio di contagio all´interno del sistema bancario internazionale. Abbiamo aggiunto che le banche di Portogallo e Spagna - ma anche di Irlanda, Gran Bretagna e Italia - sono finite sotto osservazione sui mercati. Capito? Due categorie diverse, Portogallo e Spagna da una parte e gli altri tre Paesi dall´altra. Voi siete insieme alla Gran Bretagna: vuol farci dire che le banche inglesi sono in pericolo?»
Beh, anche lì qualche allarme proprio in queste ore è circolato. Ma restiamo sull´Italia: che cos´avete concluso nella vostra analisi per farci stare tranquilli?
«Visto che l´equivoco è in agguato, siamo espliciti: a differenza della Grecia non siete under review, sotto esame insomma. Esserlo comporta in un periodo di sei-otto settimane un possibile ulteriore downgrading, diciamo al 50% di probabilità. Bene, voi non lo siete. Anche il Portogallo - che ora ha lo stesso rating dell´Italia, AA2 - è a differenza del vostro Paese sotto "riesame" e per di più con un outlook negativo mentre il vostro è stabile».
Insomma l´Italia secondo Moody´s esce con le ossa sane dalla grande crisi globale?
«Ci teniamo a ribadire che l´Italia non è stata in prima linea per nessun momento durante tutta la durata della crisi. Il sistema bancario è meno esposto, e quindi meno risorse pubbliche sono state necessarie a suo sostegno. Inoltre a vostro favore gioca il minor indebitamento privato, altra mina vagante per i bilanci statali. Certo, avete un problema di debito pubblico, ma è una questione così strutturale che non avete approntato misure straordinarie d´emergenza. E´ come se foste vaccinati tanto siete attrezzati per fronteggiarlo. Inevitabilmente crescerà ancora, fino a superare il 117% nel 2011, così come per un paio d´anni dovrete scontare un leggero disavanzo primario, ma appena sarà ripristinato l´attivo corrente, e non abbiamo ragione per dubitare che questo avvenga rapidamente, il debito riprenderà la via discendente. L´Italia gode di una buona credibilità sui mercati proprio per la sua decennale battaglia contro il debito pregresso. Avete un incoraggiante track record, avete dimostrato di saper impostare un bilancio dopo l´altro con un buon avanzo primario, e anche di saper fare delle robuste sterzate quando occorre».
Tutto risolto, allora?
«Non dimentichiamo che nel 2009 il rapporto deficit/Pil è raddoppiato al 5,3% e che il Pil stesso, con oltre il 5% di perdita, ha conosciuto la più brutale discesa dal ”71. fondamentale che riprendiate la crescita e riusciate a vincere l´ostacolo allo sviluppo europeo che la crisi greca porterà. I governi sono abituati al vincolo della spesa per interessi nella strutturazione del bilancio. Insomma, la vostra esperienza nel saper gestire un alto debito in un contesto di crescita bassa, purché un po´ di crescita ci sia ovviamente, vi sarà di grande aiuto».
Servirebbero risorse...
«Senza voler salire in cattedra né fare i poliziotti, però pensate solo all´evasione fiscale. Se l´Italia riuscirà a recuperarne almeno una parte, potrà disporre di un vero patrimonio insperato, una ricchezza che esiste ma è occulta».