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 2010  maggio 08 Sabato calendario

IN GRECIA POCHI PAGANO LE TASSE


Se la Grecia è sull’orlo del baratro è anche perché in molti non pagano le tasse. Se n’è accorto recentemente il ministro delle finanze di Atene, Georges Papaconstantinou, interrogandosi sulla prosperità del quartiere chic di Kolonaki, nella capitale. Un rifugio situato sul fianco del monte Lycabette, in pieno centro: qui le botteghe di lusso prosperano e gli affitti delle case raggiungono i prezzi degli Champs-Elysées a Parigi.

Il ministro ha chiesto ai suoi funzionari di inviargli l’elenco dei redditi dei medici che risiedono in quell’angolo di Atene: ben 150. Dopo accurati controlli è emerso che i diretti interessati dichiaravano tra 10 e 15 mila euro di entrate all’anno. In realtà guadagnano da tre a dieci volte in più. Con i soldi nascosti allo stato, quindi, gli evasori potevano tranquillamente permettersi auto, barche, seconde case nelle isole più belle della Grecia.

Però non è il problema di una nicchia. Un po’ l’intero paese è complice dell’evasione, ritenuta sport nazionale. Com’è possibile? Risponde Elettra, proprietaria di diversi magazzini ad Atene: gli agenti del fisco sono totalmente corrotti, è una mafia. Sintetica ma efficace. Conferma Pedros, imprenditore nel settore cosmetico: pagare le imposte significa essere dei coglioni.

Del resto, sono in pochi tra i cittadini a credere nella capacità della macchina statale di applicare le misure di austerità volute dall’Europa e dal Fondo monetario internazionale e che il parlamento ha approvato. Per il cronista Yannis Pretenteris è giusto aumentare l’Iva, ma non c’è personale per raccoglierla: la Grecia somiglia a un paese senza stato. O, piuttosto, a una nazione in cui lo stato è al servizio delle grandi famiglie (i Papandreou a sinistra, i Karamenlis a destra) che lo utilizzano per assicurarsi una clientela. Un sistema feudale, denuncia il giornalista Athanase Papandropoulos. Tant’è vero che i funzionari pubblici sarebbero oltre 1,1 milioni su 11 milioni di abitanti. Per un diplomatico europeo, addirittura, Atene non sa neppure quanti sono i dipendenti statali effettivi. In ogni caso, si dice siano malpagati e, forse anche per questo, la corruzione è diffusa a tutti i livelli. La parola d’obbligo è arrotondare. E i cittadini, per assicurarsi servizi pubblici che sarebbero semplicemente dovuti, sia accodano a versare bustarelle a destra e a manca. Gli ispettori del fisco non si comportano diversamente e arrivano ad accordarsi direttamente con gli imprenditori su quanto versare, dividendo poi la somma in tre parti. Funziona come con lo schema 4-4-2 del calcio: 4 al funzionario, 4 al cittadino e 2 allo stato. lecito domandarsi che fine faranno i miliardi di euro prestati dalla comunità internazionale alla Grecia.