Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 08/05/2010, 8 maggio 2010
LE PMI ORA PENSANO IN GRANDE
La Confindustria dei piccoli è pronta a spiccare il volo. Dopodomani nascerà un’associazione in grado di rappresentare fino a 2,5 milioni di piccole e medie imprese, con una voce unica e con l’ambizione di incidere sulla politica economica del paese. Quando un anno fa, per la precisione il 22 maggio del 2009, ItaliaOggi anticipò il progetto che oggi si sta per concretizzare, in pochi credevano veramente che Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato e Casartigiani avessero intenzione di fare il grande passo. E invece lunedì prossimo le cinque associazioni presenteranno il «nuovo soggetto di rappresentanza unitario del mondo delle pmi e dell’impresa diffusa». Il suo nome, fresco di invenzione da parte dell’agenzia Armando Testa, è «Rete imprese Italia».
questo, in pratica, lo sbocco che i cinque presidenti delle associazioni, Carlo Sangalli per Confcommercio, Ivan Malavasi per la Cna, Giorgio Guerrini per Confartigianato, Marco Venturi per Confesercenti e Giacomo Basso per Casartigiani, hanno voluto dare al cosiddetto patto del Capranica. Era il 2006, quando nello storico cinema-teatro di Roma le cinque organizzazioni decisero di lanciare, anche se ancora a livello embrionale, un percorso comune che si completa oggi. All’epoca a coagulare le proteste delle organizzazioni furono alcuni provvedimenti economici del governo Prodi, su tutti quello relativo alla retroattività degli studi di settore. Oggi, come è reso evidente da quello che è successo nel corso di questi quattro anni, il soggetto unitario nasce dall’esigenza di rendere visibili quelli che le cinque associazioni chiamano «gli invisibili». Il ragionamento è chiaro ed è stato più volte sviluppato dai cinque leader. In Italia ci sono 5 milioni di pmi che costituiscono il 95% della struttura produttiva del paese, contribuiscono per oltre il 70% alla formazione del valore aggiunto e per oltre l’80% all’occupazione. Numeri troppo forti, dicono gli ideatori dell’operazione, per tollerare ancora la disattenzione della politica nei confronti della spina dorsale dell’economia nazionale.
Per questo nascerà lunedì un soggetto unitario che farà sentire una voce unica della pmi su tutto: dal fisco alla previdenza, dalle infrastrutture al mercato del lavoro. Il soggetto unitario sarà guidato a rotazione semestrale da ciascuno dei cinque presidenti. Un meccanismo che fa anche capire come le cinque organizzazioni rimarranno vive e vegete. Insomma, non si tratta di una fusione con conseguente scomparsa in un solo organismo. Ad assumere il primo turno di presidenza sarà proprio Sangalli di Confcommercio. In più è previsto l’affiancamento di una fondazione che verrà assegnata alle cure di Giuseppe De Rita, sociologo e segretario del Censis. La fondazione, in pratica, funzionerà da think tank, ovvero da serbatoio di idee e di proposte.
Inutile nascondersi che con questa complessa operazione viene lanciata anche una sfida alla Confindustria di Emma Marcegaglia, storicamente l’associazione che rappresenta gli interessi delle imprese più grandi. Ed è proprio con la Confederazione di viale dell’Astronomia e con i sindacati che andrà a confrontarsi la nuova Rete imprese Italia, con l’avanzata di uno schema a tre teste piuttosto innovativo. Teste che diventano quattro, naturalmente, considerando il governo. Il dado è tratto, ci sono 2,5 milioni di pmi che adesso vogliono contare di più.