Oscar Giannino, Panorama 13/05/2010, 13 maggio 2010
DA GIUDICI A IMPUTATI
Questa volta forse ci siamo. Se i politici europei tradurranno le parole in fatti concreti, forse verrà data una bella stretta alle agenzie di rating, le tre signore, Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s, che giudicano la solvibilità dei debiti privati e pubblici. La S&P ha ridotto a spazzatura i titoli pubblici greci (vedere articolo a pagina 100) quando era già annunciato il piano straordinario europeo di aiuti. Senza conoscerlo, lo ha solo reso ancora più oneroso. Nel frattempo, si abbassava di due gradi il debito portoghese e di uno quello spagnolo.
Lorenzo Bini Smaghi, del board della Bce, ha giustamente parlato di decisioni eticamente «al limite». I governi interessati hanno sparato a zero. E questa volta si sono uniti anche grandi paesi come Francia, Germania e Italia. la volta buona per istituire non tanto un registro europeo delle agenzie che le sottoponga a controlli dei regolatori (è tutta qui la proposta di riforma americana, sia nella versione del Senato sia in quella di Barack Obama) quanto, soprattutto, per creare un’agenzia europea collegata alla Bce ma indipendente, che rompa il monopolio mondiale delle tre signore. Lo vuole Angela Merkel. In più, un registro europeo, ma come premessa a sanzioni, se le agenzie ripetessero comportamenti scandalosi.
Lo scandalo non è solo quello sui debiti sovrani. Questi rating, anzi, tendono ormai a essere espressi con grande ritardo rispetto all’andamento dei Cds, espressione del mercato, per quanto speculativi (questi titoli non sono trattati su mercati regolamentati). Errori fors’anche più gravi sono quelli commessi sui debiti privati. Lehman ed Enron godevano di doppie A, quando sono esplose con danni mondiali. In numerosissimi casi è grave il sospetto che il giudizio «investment grade» venga dato e mantenuto per assecondare grandi clienti e banche amiche, come in Italia per la Parmalat (Enrico Bondi della nuova Parmalat è ricorso in giudizio).
La crisi mondiale nasce dal riassembramento di tranche di debito, affettate e riconfezionate in nuove emissioni di finanza sintetica e derivata. In questa prassi le agenzie di rating hanno assicurato doppie A alle Goldman Sachs che piazzavano a milioni di clienti pezzi di debito che da soli meritavano giudizi molto più bassi. Si è così retto il gioco a chi credeva di azzerare il rischio sia dell’emittente originario sia del prenditore finale, in nome del pingue utile dell’intermediario. Per questo serve girare pagina. E l’Europa può farlo prima e meglio degli Stati Uniti.