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 2010  maggio 06 Giovedì calendario

BLACK BLOC, SESSANTA GRUPPI PRONTI A TUTTO

Murales con fucili e bombe a mano. Bancarelle che vendono soltanto monili di "A" rigorosamente cerchiate. "Kill the Cops", "A testa alta, così vedremo il cielo", "Dal sangue verrà la bellezza". Gli slogan sono questi. I koukouloforoi, gli incappucciati, sono usciti ieri mattina dai vicoli chiusi tra il Politecnico e la facoltà di Giurisprudenza, il perimetro di Exarchia. L´anticapitalismo ha preso casa proprio nel quartiere che deve il nome al mercante Exarchos, il primo ad aprire un grande magazzino in Grecia. Nel tempo, questo è diventato il ghetto dell´arcipelago antagonista, formato da una sessantina di sigle e almeno duemila persone schedate dalla polizia. Dentro c´è di tutto. Vecchi comunisti del Pame, associazioni in difesa degli immigrati clandestini, movimenti studenteschi, precari della generazione ”600 euro´, media del salario di un giovane sotto i 30 anni, e gli ultrà dell´Aek. Il motto dei tifosi è "Fuck modern football". Come simbolo, un teschio.
«Sono sconvolto. Non voglio credere a quello che sta succedendo» dice al telefono lo scrittore Nikos Dimou, che conosce bene la frammentata galassia anarchica. Negli anni Settanta, le proteste dei ragazzi di Exarchia aprirono la prima crepa nella dittatura militare. «E´ come se, ogni volta, tornassimo indietro. Siamo fermi al 1974 - racconta - prigionieri del mito di quella rivolta». Il fascino di Exarchia è esattamente questo spirito bellico e radicale che pervade ogni sua espressione, dalle scritte sui muri alle case occupate. La toponomastica è inglese perché i militanti che arrivano da tutta Europa devono subito capire dove si trovano. Il punto d´incontro è "Alexis Grigoropoulos square", in memoria del ragazzo ucciso da un agente nel dicembre 2008, durante scontri che sembrano un triste trailer di quello che sta avvenendo.
«E´ iniziata la rappresaglia a Exarchia», scrive in diretta Indymedia, voce di questa frammentata galassia antagonista. Ieri pomeriggio la polizia ha cercato qui le tracce dei black bloc, il ”blocco nero´ che ieri ha appiccato il fuoco alla banca Marfin Egnatia e a due edifici governativi. Exarchia è sempre sotto osservazione delle autorità, anche se dal dicembre 2008 intorno al quartiere è stato creato un vero e proprio cordone permanente di polizia. Non passa mese senza piccoli attentati dinamitardi rivendicati da gruppi anarchici e insurrezionalisti che colpiscono banche, ministeri, supermercati, commissariati, persino chiese. Negli ultimi mesi, il livello della violenza si è alzato. E sono spuntate nuove sigle, che hanno rivendicato azioni mirate, anche omicidi. "Lotta Rivoluzionaria", sulla lista dei gruppi terroristici dell´Ue e considerata erede della storica organizzazione "17 novembre", ha ucciso un poliziotto. Un altro gruppo, "Cospirazione delle Palle di Fuoco", ha firmato l´omicidio di un deputato del Pasok. Ci sono gruppi anche di estrema-destra, come le "Forze patriottiche della polizia", che hanno attaccato un centro di accoglienza per gli immigrati.
«Esistevano in Grecia alcune ”cellule dormienti´ - spiega Thonos Dokos, direttore della fondazione di ricerca Eliamep - la situazione economica ha permesso a questi gruppi di risvegliarsi e di trovare nuove reclute». Il filosofo politico Michalis Spourdalakis era dentro alla manifestazione. Ha visto i black bloc staccarsi dal corteo ed entrare in azione. Definisce quei ragazzi armati di molotov "gioventù disincantata". «Questa rivolta - osserva - è la fine della speranza politica. Negli anni Settanta almeno si combatteva contro la dittatura, c´erano le ideologie. Adesso non rimane più nulla». Solo rabbia e furore cieco. Contro tutti, contro nessuno.