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 2010  maggio 06 Giovedì calendario

COPPI-BARTALI, IL DUELLO DEI FIGLI

Rieccola la borraccia della leggenda. Che Gino Bartali e Fausto Coppi si scambiarono sul colle del Galibier, Tour de France 1952, sul momento non potendo immaginare che quell’attimo immortalato dal fotografo Carlo Martini sarebbe assurto a simbolo di un’Italia cavalleresca e un po’ eroica, ma poi, negli anni a venire, splendidi giallisti nel nascondere con ironia la verità su chi, effettivamente, diede all’altro da bere, su quella terribile salita, sotto il sole francese di luglio. Bartali a Coppi? Coppi a Bartali? O più semplicemente, come qualcuno dice e molti non credono, fu tutto merito del fotografo che, a corto di spunti, chiese ai due campioni quel gesto, tanto per movimentare la salita? «Ma che importa! – ride Maurizio Buffi, sindaco pd di Montalcino ”. il gesto che conta, solidarietà tra rivali che non furono mai nemici...». E visto che i gesti dei padri a volte ricadono sui figli, ecco che domenica, lungo la strada bianca che porta da Castiglion del Bosco a Montalcino, Bartali e Coppi, in versione junior, ripeteranno la scena. Non per i posteri. Ma in onore dei loro indimenticabili genitori, e di un’idea di sport che non c’è più.
Non si illudano però le schiere di malati di ciclismo che basti venire domenica a Montalcino, terra di Brunello e di una tappa del Giro d’Italia che torna a passare dopo 23 anni (15 maggio, partenza da Carrara, 215 chilometri, di cui una quindicina in sterrato: il ritorno delle mitiche strade bianche), non si illudano di poter risolvere così banalmente il giallo della borraccia (che in realtà pare fosse una bottiglia di vetro). Andrea Bartali e Faustino Coppi, figli dei due assi, si sono prestati volentieri a rifare la scena, ma su chi passerà la borraccia a chi, ci sarà da penare. Dice Bartali junior, 69 anni, una vita costruita sull’import-export con i Paesi dell’Est dopo che il Ginettaccio in versione genitore gli vietò di pensare solo lontanamente a un futuro in bici da corsa: «La storia della borraccia deve restare un mistero. Ai tifosi mio padre rispondeva sempre: "Se sei bartaliano, allora l’ho passata io, altrimenti sarà stato Fausto...". La cosa migliore, domenica, sarebbe fare più di un passaggio, da me a lui e viceversa, in modo da mantenere l’incertezza...».
E con Faustino Coppi, 54 anni, gli stessi tratti di quel genitore che perse da bambino, una vita nell’edilizia e (pure lui) tenuto lontano dalle corse («Mia madre Giulia non era d’accordo»), è quasi peggio: «I gregari di mio padre – dice – hanno sempre sostenuto che fu Fausto a dare da bere a Gino. Però aggiungono anche che di scene analoghe ce ne sono state più di una durante le corse, e quindi diventa tutto più complicato...».
Non resta allora che provare con Alfredo Martini, 89 anni, ex ct della nazionale, bibbia del ciclismo nostrano: «Bartali ha sempre detto che era stato lui a dare a Fausto da bere. Però nella foto sembra il contrario: Coppi stende il braccio all’indietro, senza guardare, in un atto che pare più simile a quello di chi dà, ma forse sbaglio io...». E siamo daccapo.
«Com’è giusto che sia...» chiosa sornione il sindaco Buffi, che due anni fa, appena eletto, chiese agli organizzatori del Giro di riportare la corsa rosa nella terra del Brunello, «e pensi la mia sorpresa quando mi hanno detto sì». E che ora, grazie al revival della borraccia, centra in un sol colpo i riflettori e pure due anniversari: i 50 anni dalla morte di Coppi (2 gennaio 1960) e i 10 da quella di Bartali (5 maggio 2000).
Francesco Alberti