Eugenio Fatigante, L’Avvenire 6/5/2010, 6 maggio 2010
MADE IN ITALY, PATENTE UNICA
Partenza a tutti gli effetti per Accredia. Ha tenuto ieri la prima assemblea questo ente, di natura pubblico-privata, che è l’unico di accreditamento autorizzato dallo Stato, nato a inizio 2010 dalla fusione di Sinal e Sincert (come richiesto da un regolamento europeo del 2008). , ovvero, l’ultimo anello di garanzia per il made in Italy , che dà la ’patente’ agli organismi di certificazione e ai laboratori di prova che, a loro volta, assegnano sigle quasi entrate ormai nel linguaggio comune come Iso 9001, Dop e Igp, il Biologico, la marcatura Ce, con cui i consumatori si confrontano quotidianamente.
Si tratta di un’attività che, peraltro, fa da termometro all’economia nazionale, ha detto il presidente Federico Grazioli. Nonostante la crisi, le imprese italiane sembrano continuare a puntare sulla qualità certificata. Nel 2009, infatti, i relativi investimenti sono cresciuti del 2,5%; un dato basso, dopo anni di crescita al + 15%, ma indicativo di un’attenzione che non si è arrestata. Significativamente, a ridurli sono stati i settori più colpiti dal calo dei consumi: dagli articoli sportivi e gioielleria (-16%) ai beni personali e la casa (-14%), dall’editoria (-12%) al tessile (-8%). In controtendenza, invece, il recupero e riciclo dei rifiuti e la produzione e distribuzione di energia elettrica (per entrambi +20%). Investono di più rispetto al 2008 pure la riparazione di moto e autoveicoli (+11%) e il navale (+6,5%). Accredia ha ora 63 soci, tra cui 9 ministeri (dell’Interno, dello Sviluppo economico, delle Politiche agricole, ecc), associazioni di categoria e dei consumatori, enti pubblici e grandi committenti, tra cui Ferrovie ed Enel. Nell’ultimo anno ha rilasciato in tutto 270 accrediti e con i propri ispettori ha svolto 877 verifiche. Con ricadute importanti anche sul fronte degli incidenti sul lavoro: un’indagine Inail di 2 anni fa attestava che nelle imprese certificate gli infortuni erano il 20% in meno.