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 2010  maggio 06 Giovedì calendario

QUANDO L’ARTISTA VA IN TRIBUNALE

Pensate all’artista di origini bulgare Christo Javašev, noto per ”impacchettare” i monumenti. Tempo fa ebbe una contesa giudiziaria con una nota casa di cosmetici francese che - a suo dire - aveva copiato l’idea e imbrigliato alcuni ponti di Parigi. Vinse la prima causa ma perse la seconda. Perché? Il tribunale riconobbe leso il suo diritto d’autore nel caso del Pont Noeuf della capitale transalpina, lo stesso su cui Christo aveva dato vita alla sua performance. Ma gli diede torto sull’altro ponte: nessuno l’aveva mai ”imbrigliato”, per cui l’artista non poteva accampare alcun diritto.
Non è un caso isolato. Ce ne sono a decine: interpretazioni variegate, querelle a colpi di carte bollate. Il motivo? L’identità dell’arte contemporanea è sempre più dematerializzata, lontana dall’idea di ”opera” e più contigua a concetti come idea, gesto, performance. L’opera fisica scompare, sempre più spesso al pubblico viene chiesto di completarla, o addirittura crearla. Anche l’identità dell’artista sembra perdersi e confondersi. Come tutelare allora la proprietà intellettuale, il diritto d’autore?
Se lo chiederanno in «Dac. Diritti dell’arte contemporanea», il primo convegno organizzato sul tema che si svolge oggi e domani alla Gam, promosso dalle facoltà di Giurisprudenza di Torino e Milano Bicocca con l’Accademia Albertina. Giuristi, artisti, direttori di musei, operatori: ci saranno Stefano Rodotà, il presidente della commissione cultura di Confindustria Alessandro Laterza e di Crt Arte contemporanea Fulvio Gianaria, il direttore della Gam Danilo Eccher, gli artisti Alberto Garutti e Piero Gilardi, l’architetto e Patrizia Sandretto.
« un terreno ancora poco esplorato», spiega il preside della facoltà di Giurisprudenza Gianmaria Ajani, «con molte implicazioni: come confrontarsi con la tendenza sempre più accentuata negli artisti di rielaborare opere già esistenti? come gestire l’occupazione degli spazi urbani?». Questioni irrisolte. A Torino ci stanno provando, con un obiettivo in più: aprire agli studenti laureati nuove prospettive, spiragli su professionalità che non sono così note. La consulenza giuridico-legale legata all’arte contemporanea è una di queste. « un mondo ancora poco assistito da personalità specificamente preparate, anche un po’ restio ad accettare norme che lo soffocano troppo - dice Ajani - Ma le questioni giuridiche sono ormai molte, e vanno risolte».