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 2010  maggio 06 Giovedì calendario

Coppi Faustino

• (Angelo Fausto) Buenos Aires (Argentina) 13 maggio 1955. Figlio di Fausto e della ”dama bianca” Giulia Occhini • «[...] ha l’identico naso di suo padre, e quegli occhi da cane dimenticato [...] Faustino lo chiameranno per sempre così, con il diminutivo [...]» (Maurizio Crosetti, ”la Repubblica” 2/6/2007) • «[...] Coppi dovette affrontare lo scandalo in quell’Italia bigotta di una separazione dalla prima moglie, Bruna Ciampolini (dalla quale aveva avuto una figlia, Marina) e dell’unione con una donna, Giulia Occhini, che un marito l’aveva già, il dottor Locatelli, medico condotto di Varano Borghi, appassionato tifoso coppiano. Persino Pio XII condannò la peccaminosa intesa. Giulia Occhini sarebbe diventata presto la ”dama bianca”, perché fu vista durante il campionato del mondo del 1953, quello vinto da Fausto, con indosso un montgomery bianco. Locatelli denunciò la moglie per adulterio e la ”dama bianca” patì quattro giorni di carcere. A Coppi fu ritirato il passaporto. Insieme furono processati nel 1955 e condannati, la ”dama bianca” a tre mesi, il ”campionissimo” a due. Per fortuna con la condizionale. Si sposarono in Messico ed ebbero un figlio, Faustino. [...]» (Oreste Pivetta, ”l’Unità” 31/12/2009) • «Angelo Fausto Coppi detto Faustino morì il 2 gennaio 1960, a Tortona, in un letto dell’ospedale, stremato dalla malaria: aveva 40 anni e 105 giorni. Era il Campionissimo. Angelo Fausto Coppi detto Faustino [...] è sempre stato il figlio del Campionissimo. Faustino figlio abita nella stessa casa - Villa Coppi, a Novi Ligure - dove abitava Faustino papà, e dove hanno vissuto insieme, poco, troppo poco, maledettamente poco: ”Avevo quattro anni e mezzo. A pensarci, niente [...[ La gente mi chiede sempre di mio padre. E invece sono io che chiedo di mio padre a loro. Mio padre è appartenuto a tanti, sportivi e non. Memorie indelebili. Chi l’ ha visto, chi gli ha parlato, chi l’ ha toccato, chi ha ricevuto un autografo, o una cartolina, o una foto. Chi ha avuto un aiuto, anche in soldi. Mio padre, ma anche mia madre, erano generosi. Io, invece, nel cuore, più che negli occhi, ho soltanto delle immagini. Ma chissà se sono il film della mia vita, o solo il frutto dei racconti” [...]» (Marco Pastonesi, ”La gazzetta dello Sport” 13/5/2005) • «[...] In casa papà e mamma parlavano poco di corse e di ciclismo. Ma ancora oggi trovo gente, anche giovane, che mi parla di papà quasi con venerazione. Alcuni hanno la sua foto nel portafoglio, come fosse un parente stretto. Mi viene la pelle d’oca [...] Ricordo poco di lui, perché morì che avevo solo 4 anni e mezzo [...] Ricordo che a pranzo, quando mia madre arrivava a tavola, se lui era già seduto si alzava e le porgeva la sedia. Non gridava mai, aveva sempre un tono misurato. Per me era uno stupendo papà, prima che un campione [...] Nei giorni del Natale del 1959 gli avevo lasciato sotto il piatto una letterina di auguri e lui mi regalò una banconota da 10 mila lire grande così, che conservo ancora incorniciata. Ricordo che, mentre stavano per portarlo all’ospedale in barella, si fermò vicino alla porta di casa e mi accarezzò: ”Papo, mi raccomando, non fare arrabbiare la mamma’. Mi chiamava così, Papo, non so perché. Furono le sue ultime parole. Pochi giorni dopo anche mia madre fu ricoverata, in preda alla depressione, e io rimasi per molti mesi senza nessuno, tranne la governante [...]”» (Giorgio Viberti, ”La Stampa” 19/5/2009) • «All’ospedale di Tortona sbagliarono la cura, non riconobbero la malaria, usarono il cortisone anziché il chinino e andò a finire così. Sicuramente se fossimo stati vicini a una città più importante il destino sarebbe stato diverso. A Genova, ad esempio, in quanto porto, certamente avevano più dimestichezza con la malattia [...] Non si può digerire la morte di un genitore, tanto più quando c’è errore medico, anche se ha inciso pure la fatalità. Toccò a mia madre colmare quella perdita, come affetto [...]» (Vanni Zagnoli ”l’Unità” 31/12/2009) • «[...] una vita nell’edilizia [...] tenuto lontano dalle corse (’Mia madre Giulia non era d’accordo”) [...]» (’Corriere della Sera” 6/5/2010).