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 2010  maggio 05 Mercoledì calendario

A CHE SERVINO I NOTAI SE GLI SCAPPA L’ASSEGNO?

Lo scandalo immobiliare in cui è coinvolto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ripropone la questione morale intorno ai notai. 610mila euro secondo il rogito, più altri 900mila euro in 80 assegni circolari: sono queste le cifre incriminate. Evasione e falso in atto pubblico le due possibili accuse. In mezzo il ruolo del notaio, sempre più di difficile interpretazione.
Come pubblico ufficiale il notaio si trova nella posizione di dover testimoniare che gli atti da lui controfirmati hanno piena legittimità. Ma cosa accade quando manca il requisito dell’onestà, professionale e intellettuale, richiesto anche dal codice deontologico? Succede che viene perpetrato un abuso.
Attualmente in Italia i notai sono circa 5mila. Solo il 17,2 per cento di essi ha ereditato la professione dal padre. Secondo una citazione celebre nell’ambiente ”Tanto più notaio, tanto meno giudice”. Parole pronunciate dal giurista Francesco Carnelutti. Sono state oltre 600mila le transazioni immobiliari nel 2009. Un assetto di monopolio difficilmente penetrabile dall’esterno. Un tentativo di scardinare l’attuale impianto notarile è stato compiuto dalle ”lenzuolate” di Pier Luigi Bersani, attuale segretario del Pd. La più importante è stata forse quella relativa alle ipoteche e ai passaggi di proprietà degli autoveicoli. L’abrogazione della controfirma da parte del notaio ha avuto un effetto quasi immediato. E anche la portabilità del mutuo ipotecario da una banca all’altra senza costi aggiuntivi ha permesso al mercato rilevante di liberalizzarsi e innovarsi.
Bocciata ancora prima di nascere la proposta bipartisan di ridurre i poteri del notariato nelle fattispecie di compravendita immobiliare. Il relatore Andrea Lulli (Ulivo), nel 2007, aveva ritirato l’emendamento che prevedeva che gli immobili con valore catastale inferiore a 100mila euro potevano essere gestiti dagli avvocati. L’idea era di snellire il mercato e aprirlo anche alle altre professioni legali. Non solo: si era pensato, dopo un periodo di prova, di estendere al rialzo il limite dei 100mila euro. In tal modo, sarebbe forse stata più semplice l’emersione del nero. Più fortuna ha avuto il decreto Bersani-Visco, con cui si normava la comunicazione delle modalità di pagamento degli immobili. Gli obblighi di trasparenza hanno garantito l’insorgenza delle posizioni paludose e ridotto il margine delle frodi.
Secondo il catasto, l’immobile di Scajola ha una valore di circa 471.376,5 euro. L’abitazione di via del Fagutale 2, composta da 9,5 vani, ha una rendita 4.489,30 euro. Il tutto considerando la categoria di appartenenza, A/2. Il notaio che ha curato l’operazione, Gianluca Napoleone, ha spiegato di essersi recato al ministero per gli obblighi sugli atti. Ed è in quell’occasione che, secondo le accuse, sono spuntati gli 80 assegni circolari del pagamento in nero. Resta da verificare la consapevolezza o meno del pubblico ufficiale. Secondo la normativa vigente, il compito del notaio è quello di certificare che la compravendita sia avvenuta nel pieno rispetto delle leggi attive. Nel 2004, data dell’operazione di Scajola, non poteva essere controfirmata una vendita edilizia a un valore inferiore a quello catastale. L’atto del notaio sembra quindi essere legittimo.
Resta la questione del fair value, cioè il corretto valore di mercato. Possibile che il notaio non fosse a piena conoscenza del reale valore dell’immobile con vista Colosseo? Difficile, per almeno due ragioni. Napoleone esercita la professione a Civitavecchia, ma ha uno studio anche nel centro di Roma. E quello su Scajola non era il primo atto immobiliare che effettuava entro il perimetro della capitale.
Un dato è certo. Quasi tutti i notai suggeriscono ai propri clienti quali sono i metodi migliori per poter avere meno oneri fiscali. Questo perché l’attuale legislazione gli permette di verificare solamente l’adempienza del rispetto del valore catastale. Ma anche nel caso quello scritto sull’atto fosse inferiore al quello iscritto al catasto, si potrebbe ovviare tramite una donazione. Certo, il regolatore ha previsto che tali atti siano sottoposti a una vigilanza marcata, ma non è complicato porre in essere quella che a tutti gli effetti è una frode. Nella sostanza, poco è cambiato.
Alcuni anni fa fece scalpore una dichiarazione di Ugo Mattei, docente di Diritto civile a Torino. «S’è vero che i notai guadagnano molto, è pur anche vero che esiste una buona ragione istituzionale perché ciò avvenga. Il notaio deve essere incorruttibile, deve mantenere prestigio sociale e deve perciò avere molto, moltissimo da perdere qualora si faccia corrompere». Parole che oggi assumono un altro significato.