Lavinia Di Gianvito, Corriere della Sera 05/05/2010, 5 maggio 2010
«TRUFFA SULL’EDITORIA» SEQUESTRATI A CIARRAPICO VENTI MILIONI DI BENI
Un patrimonio da oltre venti milioni di euro. Da sommare ai cinque milioni e spiccioli sequestrati quattro anni fa. Denaro, sostiene la procura, che il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico ha sottratto allo Stato. Ottenendo contributi per l’editoria a cui non aveva diritto per mancanza dei requisiti previsti dalla legge. «Un avviso di garanzia non invecchia mai e può far sempre comodo se si tratta di un senatore del Popolo della libertà», ha detto ironicamente il parlamentare.
Nel blitz della Finanza sono scattati i sigilli per immobili e società, conti correnti e pacchetti azionari. Le aziende dell’ex proprietario della Roma non chiudono, ma sullo sfondo aleggia lo spettro della confisca se verrà condannato. Ciarrapico è accusato di truffa aggravata insieme al figlio Tullio e ad altri cinque indagati considerati suoi prestanome.
Stando all’ufficialità, l’imprenditore risulta nullatenente. Invece il Nucleo valutario, guidato dal colonnello Leandro Cuzzocrea, ha rintracciato e sequestrato beni ritenuti riconducibili a lui. Fra questi, le quote dell’ «Editoriale Ciociaria Oggi» e della «Nuova Editoriale Oggi», che pubblicano dieci giornali locali; le azioni della «Eurosanità spa», che controlla il policlinico Casilino e la blasonata clinica Villa Stuart; il centro stampa «Rotocentrosud» di Villa Santa Lucia (Frosinone); lo yacht «FlyDixie», comprato a un milione 652 mila euro; il bar-ristorante «Rosati» nella centrale piazza del Popolo, uno dei più noti di Roma.
Nel decreto di sequestro preventivo, chiesto dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti e dal pm Simona Marazza, il gip Elvira Tamburelli scrive che le società editoriali «sono state strumentalmente create per ottenere indebitamente i contributi pubblici all’editoria a far data dal 2003». La Presidenza del Consiglio ha erogato i fondi fino al 2007, ma Ciarrapico, secondo l’accusa, ha tentato di ottenerli anche dopo, fino a quest’anno. Tuttavia, in una lettera al figlio, il senatore precisa che «il nostro core business è la sanità». E in una nota del 9 giugno 2005, sequestrata dalla Finanza, Ciarrapico spiega come, «grazie all’intervento di Letta (presumibilmente Gianni Letta), nel 2000 gli fu consentito di non privarsi delle aziende sanitarie, in quanto Cesare Geronzi, ritenendolo imprenditore non gradito alla Banca di Roma, gli "... chiese di scomparire personalmente... Il tutto si risolse dichiarando che la New Company, opportunamente costituitasi, era di competenza del dottor Carlo Caracciolo (morto nel 2008) attraverso una sua società estera. Mi si disse e io accettai di buon grado che la nostra presenza sarebbe stata garantita dalla nomina a direttore generale di mio figlio Tullio"».
Il decreto riferisce anche i contatti con le Regioni: il Lazio (Piero Marrazzo e Andrea Augello) e non solo: «Stiamo condizionando la politica regionale molisana», scrive Ciarrapico al figlio a proposito del tentativo di ottenere contributi all’editoria anche là. I giornali, il senatore li guida con il pugno di ferro: decide assunzioni, promozioni e licenziamenti; stabilisce chi deve intervistare chi; convoca riunioni di redattori e dà disposizioni ai direttori. In un’intercettazione invita una giornalista «a contattare un parlamentare» avvertendolo «che siamo a sua completa disposizione».
Lavinia Di Gianvito