Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 05 Mercoledì calendario

IL MONDIALE DEI GLOBULI ROSSI DIVIDE LIPPI DA CAPELLO

Un buon Mondiale si può costruire anche sotto una tenda, ovviamente senza andare in un campeggio ma restandosene sdraiati nella propria camera di albergo a respirare aria più povera di ossigeno per favorire l’aumento dei globuli rossi e la resistenza alla fatica.
 quello che faranno gli inglesi di Fabio Capello, imitati probabilmente dagli spagnoli, dagli svizzeri e da altre Nazionali che per il momento mantengono il segreto. Ed è quanto mancherà all’Italia. Lippi se n’è lamentato nello «stage» che ha riunito alla Borghesiana i 29 giocatori che, insieme a De Rossi, comporranno probabilmente l’elenco dei 30 azzurri presentato l’11 maggio alla Fifa e che sarà poi scremato fino a individuare i 23 che partiranno per il Sudafrica. «L’Inghilterra userà le tende ipossiche che da noi sono vietate - ha protestato il ct -. Ci inchiniamo alla legge ma non mi sembra giusto che chi partecipa alla stessa gara abbia situazioni differenti: dovrebbe esserci un regolamento uguale per tutti».
Nel bailamme che ancora caratterizza la lotta internazionale al doping quel regolamento però non esiste e l’Italia del calcio affronta per la prima volta la disparità che altri sport conoscono da anni: nel ciclismo, nell’atletica leggera oppure nello sci di fondo dove i norvegesi sfruttarono a lungo l’aiuto della camere ipobariche che oggi vorrebbero ripristinare dopo che dal 2003 il governo le ha dichiarate illegali. Un capitolo a parte meriterebbero gli spagnoli. Chema Martinez, campione dei 10 mila metri, ha ammesso di aver fatto costruire un locale di questo tipo al secondo piano della propria abitazione e il capitano del Real Madrid, Raul, ne possiede una che gli è costata 60 mila euro.
Le camere riproducono le stesse condizioni che un atleta affronterebbe ad alta quota, portando il fisico a produrre più globuli rossi, arricchendo il sangue di ossigeno. Le tende ipossiche favoriscono lo stesso procedimento grazie alla diminuzione della percentuale di ossigeno nell’aria: gli effetti per chi dorme o ci vive dentro sono anche in questo caso l’aumento dell’ematocrito, quindi della potenza aerobica e della resistenza.
Fabio Capello le userà, anzi si dice che le prime tende siano state recapitate ai giocatori che nei test hanno mostrato di adattarsi con più difficoltà all’altura, soprattutto a Johannesburg e Pretoria. Dal momento che il «kit» si trasporta facilmente e costa una cifra abbordabile (intorno ai 4 mila euro), c’è il sospetto che gli inglesi finiranno sotto le tende non soltanto nel periodo di preparazione ma anche durante il Mondiale. «Avere un aumento controllato dei globuli rossi sarà utile anche tra una partita e l’altra», dice il professor Castellacci, medico della Nazionale. Lo conferma Carlo Tranquilli, direttore dell’Istituto di Medicina e Scienza dello sport del Coni: «I nostri calciatori "ossigeneranno" il sangue nel periodo di allenamento in quota, al Sestriere, ma in due settimane l’effetto non sarà molto rilevante e svanirà in breve tempo: dopo i primi dieci giorni in Sudafrica, i valori torneranno quasi normali».
Per gli azzurri, quando esordiranno con il Paraguay, il carico di ossigeno si sarà già ridotto parecchio. Lippi comunque deve rassegnarsi. La Wada, l’ente che si occupa della lotta al doping, non ha vietato espressamente le tende benché contravvengano al divieto di migliorare artificialmente «il consumo, il trasporto o la liberazione dell’ossigeno». Per il Ministero italiano della Sanità figurano invece tra le pratiche dopanti e vietate agli sportivi perché possono provocare un danno alla salute.