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 2010  maggio 05 Mercoledì calendario

TUTTI DIVISI SULL’UNIT

L’Italia è unita, come voleva Garibaldi. A Quarto oggi si inaugura un monumento incompiuto. Curato da una struttura a capo della quale risultava – solo amministrativamente, dicono i progettisti – un dirigente che è stato arrestato. Realizzato da una ditta di amici di Angelo Balducci. A sud, a Marsala, c’è un monumento bloccato da vent’anni perché abusivo. Sì, davvero il Paese è unito. E qui il presidente Napolitano oggi e l’11 maggio celebrerà la spedizione garibaldina. Ma chissà se Garibaldi e i suoi mille, anzi, 1.089, si immaginavano che dopo 150 anni sarebbe andata così. Che le celebrazioni per la spedizione sarebbero state motivo di divisione. Già, non veniva voglia di salpare ieri da Quarto: vento rabbioso, pioggia che ti si infilava dentro e ti bagnava anche l’entusiasmo, un tricolore fradicio attorcigliato al pennone. Il resto d’Italia era da qualche parte laggiù, oltre il mare cancellato dalla foschia. Ma non era soltanto il maltempo. Queste celebrazioni sono cominciate per il verso sbagliato. Lo si era capito dalla vigilia, quando Carlo Azeglio Ciampi, Gustavo Zagrebelsky e i vertici del comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia avevano lasciato l’incarico. Poi sono arrivati anche i leghisti ad annunciare che loro no, proprio non ci pensavano a celebrare l’Unità. Alla fine ecco la grana Scajola. Mancano due giorni all’arrivo del presidente della Repubblica a Genova quando si scopre che ad accoglierlo troverà proprio il ministro travolto dallo scandalo. Troppo anche per il flemmatico Napolitano. Passano ore di tensione sotterranea, finché la segreteria di Scajola all’improvviso si ricorda di una missione in Tunisia. Caso chiuso, almeno questo, anche perché dopo poche ore il ministro diventa ex. Ma non ci vogliono gli antichi romani per capire che gli auspici non sono favorevoli. Però…però l’occasione di oggi ha un grande valore simbolico: scatta un’istan - tanea di come l’Italia sia ridotta. Bisognava andare ieri al monumento di Quarto. Davanti alla stele dove migliaia di genovesi vanno a fare il bagno senza più leggere quelle parole: ”Da questo scoglio capitanati da Garibaldi si imbarcarono i Mille per la Sicilia”. Ma ieri c’era un’altra scritta che probabilmente sarà rimossa in fretta e furia nella notte e che spiccava di fronte al palco presidenziale: l’insegna del cantiere. Già, i lavori di restauro non sono finiti. L’appuntamento era previsto soltanto da 150 anni. Ma le curiosità sono anche altre: ”I m p re s a costruttrice: Trivelloni Costruzioni srl”, è scritto in evidenza. E subito sotto: ”Direttore esecutivo architetto Luigi Trivelloni”. Allora al maligno vengono in mente le recenti indagini sul G8 e i grandi appalti, quelle telefonate tra Angelo Balducci e il generale dei carabinieri Giorgio Piccirillo (capo dei servizi segreti Aisi). l’11 giugno 2008, Piccirillo chiama al telefono Balducci per segnalargli l’architetto Trivelloni (probabilmente – notano i carabinieri del Ros – si tratta di Luigi Trivelloni, amministratore unico e socio della At costruzioni edili). Piccirillo: ”Senta io le volevo chiedere una cor tesia”. Balducci: ”Come no”. Piccirillo: ”Piccolissima…”. Balducci: ”Volentier i”. Piccirillo: ”E’ venuto a trovarmi l’architetto Trivelloni... che lei conosce”. Balducci: ”Come no...”. Piccirillo: ”Che lavorava per noi a Tor di Quinto”. Balducci: ”E che io apprezzo molto”. Piccirillo: ”E’ una persona molto valida, apprezzabile e disponibile”. Balducci: ”As - solutamente”. Piccirillo: ”Soprat - tutto. Mi ha detto... ”Sai Balducci mi aveva promesso che mi avrebbe ritagliato qualcosa’”. Balducci: ”Guardi generale le posso dire questo Trivelloni dovrebbe sapere che se io dico una cosa, magari ci vuole un mese in più perché le cose vanno fatte bene... ma lei gli può dire che può stare... non tranquillo... di più”. Ancora intercettazioni. Ma in fondo ormai sono un simbolo della nostra Italia unita. Trivelloni, quindi. Che sia un’omonimia? Chissà. Trivelloni non è indagato. Ma ritrovare quel nome in un cantiere che amministrativamente faceva capo a Mauro Della Giovanpaola (prima che lasciasse l’incarico per impegni ”penitenziar i”) qualche effetto lo fa. Ed ecco arrivare Trivelloni, pettinatura al vento da architetto. Eccolo con la sua assistente occhi neri luccicanti. Bellissima. Con lui Anna Laura Spalla, professionista stimata, che ha progettato a Cavallerizzo la new town della Protezione Civile. Trivelloni ispeziona l’opera: ”Il tappeto me lo fanno pagare sei volte più che a Roma. Come lo giustifico?”. Ma l’importante è inaugurare, anche se il cantiere dovrà riaprire. Intanto Napolitano oggi riparte. E l’11 maggio sarà a Marsala. Altre celebrazioni. E da Marsala Giacomo Di Girolamo, giornalista coraggioso, racconta: ”Il giorno dopo lo sbarco c’era già chi pensava al monumento. Nel 1986 Craxi diede il via all’opera, bloccata due anni dopo perché non autorizzata. Adesso è ritrovo per poveri sbandati”. Ma le celebrazioni ci saranno eccome: ”Per festeggiare la provincia di Trapani ha organizzato una regata di barche d’epoca, costata un milione e duecento mila euro, peccato che invece di arrivare a Marsala abbia deviato su Trapani”. Poco male: ”Il sindaco di Marsala ha organizzato una regata alternativa. E via altri 180.000 euro”, sorride amaro Di Girolamo. Insomma, le celebrazioni sono assicurate. Almeno quelle veliche decisamente impazzano. Del resto siamo un popolo di navigator i. Chissà che cosa ne penserebbero i mille, le loro foto stinte sono state raccolte con un grande lavoro per la festa di oggi. Volti di gente semplice: braccianti, falegnami, barcaioli, che volevano unire l’Italia.