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 2010  maggio 05 Mercoledì calendario

LA LOBBY DEI COMMISSARI DEL DICASTERO

Fossero tutti come Enrico Bondi, il commissario di Parmalat che la società l’ha salvata. Invece gli amministratori straordinari spediti dal governo a commissariare le aziende in crisi sono spesso una sciagura, quasi peggio del crac. Sotto accusa è Claudio Scajola, già in difficoltà per la vicenda della casa romana che gli è costata le dimissioni. il ministero dello Sviluppo economico, infatti, a scegliere i professionisti da mandare a salvare le imprese sull’orlo del default. E Scajola è indicato come colui che ha permesso il formarsi attorno al ministero di una vera lobby dei commissari, veloci nelle spese ma scarsi nei risultati. Il meccanismo è quello della legge Marzano. Un’impresa in difficoltà, con almeno 200 dipendenti e un indebitamento pari ad almeno i due terzi dello stato patrimoniale e dei ricavi, può tentare di salvarsi entrando in amministrazione straordinaria. Con Parmalat, il gioco ha funzionato. Ma negli ultimi mesi la cronaca ha sfornato invece una serie di esempi negativi. A Paderno Dugnano, in Brianza, è entrata in difficoltà la Lares Cozzi, vecchia azienda di circuiti stampati. Scajola ha inviato come commissario un avvocato di Napoli, Salvatore Castellano, che si è messo d’accordo con Marcello Astolfi, l’imprendito - re che si era già mangiato l’azienda vicina di casa, la Metalli Preziosi, e voleva anche la Lares. Castellano, dichiarando il falso, ha dato parere positivo sull’affidabilità economica del gruppo. In cambio Astolfi, secondo i magistrati di Monza, ha pagato almeno 75 mila euro che sono arrivati al curatore in beni vari, tra cui un appartamento affittato in pieno centro a Milano. Risultato: Castellano è finito in carcere per corruzione. Perché mandare un avvocato napoletano a salvare un’azienda della Brianza? Il ministero dello Sviluppo economico sceglie i ”r isanator i” più sulla base di spinte politiche che non per capacità e competenze. Così i membri della lobby dei commissari girano le aziende in crisi e affidano ricche consulenze al giro dei professionisti amici. Lo dimostra più d’un esempio. Nel novembre 2008, Scajola ha nominato commissario del gruppo Antonio Merloni il commercialista Silvano Montaldo. Chi è? Un professionista di Alassio, già tesoriere di Forza Italia in Liguria, considerato molto vicino all’ex ministro. un vero collezionista di poltrone, presidente del collegio sindacale di Carige Vita, Carige Assicurazioni e Porto di Imperia, nonché sindaco in aziende pubbliche tra cui Finmeccanica, Autostrada dei Fiori, Aeroporto di Albenga... In tutt’altra parte d’Italia, in Molise, si sta consumando invece la vicenda del gruppo Ittierre di Tonino Perna, licenziatario dei marchi Ferrè, Malo, Just Cavalli... Entrata in gravissime difficoltà, con un buco di almeno 600 milioni, Scajola nel febbraio 2009 ha mandato a salvarla non uno, ma tre commissari: Stanislao Chimenti, Roberto Spada e Andrea Ciccoli. Tre, perché aumentando il numero dei curatori è più facile accontentare tutti e rendere scientifica la lottizzazione. Parte subito il valzer delle consulenze: 6 milioni di euro in un anno. Price Waterhause: 1,3 milioni di euro. Mediobanca: 1 milione. Ma anche 980 mila euro a Sin&rgetica Milano: è la società di Bruno Ermolli, ascoltato consulente di Silvio Berlusconi. E ancora: 1 milione di euro allo studio legale di Donato Bruno, avvocato ma anche parlamentare berlusconiano e grande amico di Cesare Previti. Particolare non privo d’interesse: il commissario Chimenti, avvocato, è partner dello studio di via Veneto a Roma di Donato Bruno. Una consulenza da 300 mila euro arriva anche a Mario Ralli, collaboratore di Bruno. Tutto ciò, in una situazione aziendale che resta difficile e anzi s’aggrava. Il fatturato del gruppo Ittierre, 600 milioni nel 2008, nel 2009 è crollato a non più di 300 milioni. Il triumvirato alla guida della procedura non mostra di preoccuparsene: si è autoassegnato compensi per 900 milioni di euro, 300 a testa. Il problema dei compensi e degli sprechi deve essere serio, se perfino il direttore generale del ministero fino a ieri di Scajola, Andrea Bianchi, ha emanato una circolare in cui chiede il contenimento delle spese delle procedure. E ha chiesto il dettaglio degli affidamenti esterni a consulenti, professionisti, advisor legali e finanziari. Ora toccherà al successore di Scajola mettere ordine nella gestione allegra delle procedure.