Varie, 5 maggio 2010
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TROTTA Antonio
• 1968 (~), Brebbia (Varese) 1 ottobre 2007 • «[...] L’11 maggio 2005 [...] viene investito da un camion che fa retromarcia nel parcheggio del suo ristorante di Ascona, Canton Ticino. Da poco si è lasciato con la moglie Ana, una ragazza bosniaca. Gli affari non vanno bene. Esce dall’ospedale dopo cinque giorni, è lui a firmare per le dimissioni. L’8 giugno sviene nel suo appartamento. Entra in coma vigile. Viene trasportato nell’ospedale specializzato di Basilea. Ci resta per sette mesi. Non migliora. Lo spostano a Lugano. Non migliora. Fin dal primo giorno, muove parzialmente gli arti, reagisce agli stimoli. Il padre Gerardo si convince che sia possibile fare di più. Il tutore legale di Antonio si chiama Giuseppe Chianese, è un napoletano suo coetaneo, hanno fatto vita da emigranti insieme, ognuno testimone di nozze dell’altro. Gerardo ottiene da lui il permesso di portare Antonio per due mesi in una casa di cura a Brebbia, sul versante varesino del lago Maggiore, dove viene sottoposto a una tracheotomia. [...]» (Marco Imarisio, ”Corriere della Sera” 18/7/2007) • «[...] è morto nella struttura ospedaliera che lo ospitava dal dicembre del 2006, quando i genitori lo avevano portato via dall’ospedale svizzero in cui peggiorava di giorno in giorno per ricoverarlo alla Fondazione Borghi di Brebbia, Varese. Un ”colpo di mano” dettato dall’amore per quel figlio che in Svizzera una commissione etica di medici aveva dichiarato ”senza speranza”, consigliando di non rianimarlo né metterlo in terapia intensiva in caso di crisi respiratoria o cardiaca. Quello che per la commissione elvetica, cioè, sarebbe stato accanimento terapeutico, per i medici italiani [...] era invece sacrosanto diritto alla vita e alla salute, come sancito dalla Costituzione. La procura era stata chiamata in causa dal contenzioso che [...] si era aperto tra i genitori del giovane e la sua ex moglie, una ragazza bosniaca tuttora residente in Svizzera, che insisteva perché l’ex coniuge tornasse in una struttura ospedaliera di Lugano, nonostante a Brebbia fosse in via di evidente miglioramento e ricevesse tutte le cure necessarie per i casi complessi come il suo [...] la professoressa Morosini, massima esperta di coma [...] visitando il paziente aveva evidenziato una forte reattività agli stimoli affettivi e aveva raccomandato che al più presto fosse affidato ai genitori e trasferito in casa loro, ad Albizzate (Varese), dove lo attendeva una camera attrezzata con letto speciale, macchine per l’alimentazione, ossigeno e quant’altro [...] Il paradosso è che il cuore di Antonio ha ceduto proprio pochi giorni dopo la perizia favorevole dei tre esperti, e a poche ore dalla istanza depositata dall’avvocato della famiglia, Pierpaolo Cassarà, per ottenere un tutore italiano [...] Trotta (in quanto maggiorenne incapace di intendere e volere) era stato affidato a un tutore elvetico, amico della ex moglie, e come lei deciso a riportarlo in Svizzera. Le cose, insomma, stavano andando per il verso giusto. [...]» ( L.B., ”Avvenire” 2/10/2007).