Varie, 5 maggio 2010
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GOODY Jade
• Bermondsey (Gran Bretagna) 5 giugno 1981, Upshire (Gran Bretagna) 22 marzo 2009 (cancro all’utero) • «[...] era [...] il ”pericolo pubblico numero uno” (etichetta dei tabloid), la ”figlia di un eroinomane”, ”la figlia pure di una lesbica senza un braccio”, ”la palla di lardo Jade”, ”la violenta Jade”, ”la razzista Jade” (di cui persino l’allora premier Tony Blair si dovette occupare in un question time del mercoledì in parlamento), ”Miss Porcellino”, ”l’ignorante Jade la quale pensa che Rio de Janeiro sia il nome di una persona” o ”che scambia l’East Anglia per una qualsiasi località all’estero”? Parolacce e successi, invidie e cattiverie, povertà e ricchezza, bullismo e amore si sono aggrovigliati nello show pazzo che è stata la vita di Jade Goody, una giovane ragazza del Sud di Londra che in poco tempo, dal 2002, il suo esordio nel Grande Fratello, è stata frullata e sfruttata dai media e lei stessa li ha sfruttati sia per interessi personali (le sue esclusive erano pagate 500 mila sterline, l’autobiografia è andata esaurita in libreria, la linea di profumi che ha firmato ha sballato migliaia di ragazze) sia per divertimento personale perché era furba e volgare ma anche istintivamente vera. Si è trovata perfettamente a suo agio in questa centrifuga di evasioni, conformismi, ipocrisie (quelle di chi sui giornali l’adulava e poi le sparava addosso ogni genere di maledizione quando si accorgeva che lei non era catalogabile, che era un magnifico animale da spettacolo in libertà, non etichettabile dai benpensanti della destra e dagli intellettuali della sinistra). Un modo, forse, per ripagarsi di una infanzia poco felice (come del resto avviene nei drammoni nazional-popolari che colpiscono cuori e fantasie): il papà drogato e sparito dalla circolazione, la mamma lesbica, la polizia in casa a cercare assegni rubati chissà dove e che lei, Jade di appena 4 anni, nasconde nel frigorifero beffando la polizia che fruga ma salvando la madre Jaqueline. In fondo è rimasta sempre quella: la trasgressione e le buone azioni, l’esibizionismo e la delicatezza erano in battaglia cieca, nel suo Dna. Almeno fino a che il tumore l’ha azzannata. E la televisione ha spietatamente raccontato e strumentalizzato, per pietà e per audience, per curiosità e avidità, per accondiscendere e seguire il popolo del telecomando, il romanzo di Jade. Dall’inizio alla fine. Le ha spogliato l’anima e Jade si è fatta spogliare l’anima in una simbiosi perfetta, ineguagliabile. Jade è diventata, come ha scritto il Guardian, la più grande star nella storia della Tv britannica. Quando nell’agosto del 2008, ospite del Big Boss – il Grande Fratello edizione indiana – e di Shilpa Shetty, la ”rivale” di Mumbai che in precedenza, lei Jade, aveva coperto di contumelie attirandosi le accuse di essere razzista, le telefonarono in diretta da Londra per comunicarle che le analisi la condannavano. Scoppiò in un pianto dirotto e ritornò in patria per la chemioterapia e la radarterapia. ”Sono vissuta da donna adulta davanti alle telecamere e morirò davanti alle telecamere”. Ed è stata coerente con se stessa, con il personaggio che era, fino in fondo. I media, quelli che le avevano girato le spalle, e la politica che l’aveva aggredita l’hanno coccolata trasformandola nell’eroina che lotta contro il cancro, che convince le ragazze a sottoporsi all’esame del pap test, che grazie al sacrificio apre gli occhi e la mente delle adolescenti. Jade, ormai calva, dimagrita, sofferente, è sempre fedele alla parte che ha sognato e nella quale si è rinchiusa. Una modernissima ”Calamity Jade”. alla fine del calvario e si sposa in febbraio, in seconde nozze, con Jack Tweed che è in prigione sia per avere preso a colpi di mazza da golf un giovanotto sia per avere picchiato un taxista. Il ministero degli interni lo libera per lasciarlo convolare a nozze con Jade in vestito bianco. Un magazine e una Tv le pagano 700 mila sterline in contanti per l’esclusiva. Alcuni commentatori del Times, del Daily Telegraph, di radio e televisioni, dei blog, l’accusano di sfruttare la malattia per vile calcolo di denaro. Certo che è così, anche così, ma poteva essere altrimenti per un tipo fuori dalle corde dei britannici perfetti, puritani, severi, bacchettoni? ”I miei figli devono avere un futuro felice”, confida la ex ”cattiva”, ”perfida”, ”presuntuosa” Jade. L’Inghilterra cade in stato di prostrazione da lacrime. La sente sospirare: ”Ho spiegato ai bambini che sto andando in cielo dove guarirò”. E ammettere pure, lei, sì, sincera: ”So di essere famosa. Per che cosa? Per nulla” [...] da vera e impareggiabile star dello spettacolo ha chiuso gli occhi in un giorno speciale per il Regno Unito: la festa della mamma» (Fabio Cavalera, ”Corriere della Sera” 23/3/2009).