Augusto Parboni, Il Tempo 5/5/2010 Luigi Frasca, Il Tempo 5/5/2010, 5 maggio 2010
SEQUESTRATI AL CIARRA BENI PER 20 MILIONI
Conti correnti in Lussemburgo, barche da nababbo, società editrici che gestiscono milioni di euro grazie a prestanomi. E alla fine anche una parentopoli utile a far risultare nullatenente il vero dominus dell’impero: Giuseppe Ciarrapico, al quale sono stati sequestrati beni per 20 milioni. Il senatore Pdl è stato infatti indagato per truffa in relazione ai contributi all’editoria che sarebbero stati percepiti illegalmente dalle società editoriali che fanno capo al parlamentare. Un’inchiesta, quella della procura di Roma, coordinata dal magistrato Simona Marazza, che ha preso di mira il periodo che va dal 2002 al 2007, durante il quale sarebbero stati commessi reati ai danni dello Stato e della Presidenza del Consiglio attraverso le società editrici «Nuova Editoriale Oggi srl» e «Editoriale Ciociaria Oggi srl». Nel registro degli indagati risultano anche il figlio Tullio e altri cinque prestanome, amministratori di società travolti dalle indagini della Guardia di Finanza.
I sequestri, riguardanti, tra gli altri, le quote societarie del policlinico Casilino e del bar Rosati, in piazza del Popolo a Roma, riconducibili a Giuseppe Ciarrapico, non comprometteranno comunque la funzione operativa delle strutture interessate dal provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Bonifici all’estero
Nelle 61 pagine di sequestro preventivo, firmato dal giudice per le indagini preliminari Elvira Tamburelli, vengono passati sotto la lente d’ingrandimento i diversi passaggi di denaro che sarebbero avvenuti da una società all’altra, bonifici bancari effettuati «derivanti dall’erogazione dei contributi pubblici per l’editoria verso Lussemburgo, dove sono stati individuati ulteriori conti correnti, dove nel 2003 sono state fatte transitare parte delle provvidenze erogate dalla Presidenza del Consiglio».
Nullatenente
In una lettera inviata il 9 maggio del 2005, Tullio Ciarrapico manifesta al padre preoccupazioni sulle attività delle due società e la necessità di adottare «accorgimenti» per tenerle quanto più separate. Il documento, scritto a penna, in mano agli inquirenti, termina così: «Per favore, non fotocopiare e non archiviare, strappare dopo la lettura». Nello stesso provvedimento di sequestro, il gip sottolinea come Ciarrapico si definisca «nullatenente» quando il 21 novembre 2003 scrive al figlio di voler ricorrere in appello contro una causa civile poiché non aveva nulla da temere, «essendo nullatenente». Dagli accertamenti degli investigatori, infatti, al senatore risulta intestato esclusivamente un terreno agricolo a Tivoli, «peraltro ipotecato da Equitalia il 29 gennaio 2008».
Bar Rosati
L’attività economica di uno dei bar più famosi della Capitale, come sostiene il pm romano, è intestata alla società «Rosati piazza del Popolo srl» e da un punto di vista formale è riconducibile a Mauro Ballini, intestatario del 99% delle quote della società «Multimediale Editoriale Consulting srl», a sua volta detentrice del 99% della «Rosati piazza del Popolo srl». Ma chi è Ballini? Secondo le indagini degli inquirenti, è un dipendente di «Eurosanità» (altra società che farebbe capo a Ciarrapico) e avrebbe mansioni di autista di Giuseppe e Tullio Ciarrapico. «Numerosa è la corrispondenza intercorsa - scrive il gip - con il direttore del bar, Giuseppe Remoli, in cui si fornisce a Ciarrapico il resoconto economico finanziario dell’attività, ricevendo, al contempo, ordini e direttive per la gestione dell’azienda». Un passaggio che il giudice ha inserito per dimostrare che il «dominus» non è nullatenente.
Barca da nababbo
In base alle indagini dei finanzieri, Giuseppe Ciarrapico ha acquistato uno yacth del valore di oltre un milione e mezzo di euro, sempre attraverso società intestate a prestanomi. E anche in questo caso il «dominus» teneva sotto controllo stipendi e pagamenti. «Significative alcune conversazioni telefoniche (ottobre 2007) da cui si evince chiaramente che stipendi e ferie dei marinai dell’imbarcazione sono curati dagli uffici facenti capo a Ciarrapico», ha scritto il gip romano.
Conti correnti
Ricorrente è lo strumento della fattura «consulenza» per giustificare prelevamenti di contante conseguenti a richieste di denaro avanzate dallo stesso Giuseppe Ciarrapico. A tale riferimento, il giudice nel provvedimento ha riportato la seguente conversazione intercettata il 15 novembre 2007 tra due dipendenti di Ciarrapico: «....tu adesso questi qui li prendi in contanti e li metti dall’altra parte, io poi dall’altra parte ho già fatto il prospetto de’ come...della fattura..hai capito? Però quando li prelevi dimmelo...».
Augusto Parboni, Il Tempo 5/5/2010
E CIARRA DICE: « IL SOLITO COMPLOTTO»-
"Un avviso di garanzia non invecchia mai e può far sempre comodo se si tratta di un senatore del Popolo della libertà". Giuseppe Ciarrapico commenta così l’inchiesta che lo vede indagato insieme al figlio Tullio e ad altre cinque persone con l’accusa di aver percepito indebitamente contributi per l’editoria. "Oggi gli organi di informazione parlano di un’indagine per truffa a carico del senatore Giuseppe Ciarrapico. la stessa indagine del 2005 - sottolinea il parlamentare del Pdl - promossa dalla dottoressa Marazza, pm nota per la sua contiguità con il pubblico ministero De Magistris concorrente politico di Di Pietro. Si tratta di un presunto abuso sui contributi per l’editoria".
Un’indagine, rileva Ciarrapico, «dormiente a tutt’oggi e oggi guarda caso ritirata fuori per aumentare i rumors giudiziari a carico del Pdl. Chi più ne ha più ne metta», conclude. E proprio sui fondi per l’editoria, in particolare quella regionale, nel 2007 alla Pisana partì «l’operazione trasparenza». A esserne promotore l’allora capogruppo di Fi Alfredo Pallone che chiese di conoscere «tutti i finanziamenti regionali corrisposti in favore degli organi di stampa quotidiana e periodica specificando l’importo del finanziamento, la causale e il nome del soggetto beneficiario. Alcune leggi regionali - spiegava Pallone - disciplinano gli interventi volti a favorire il pluralismo dell’informazione e per il sostegno all’editoria e alla distribuzione locale. In particolare, sono previsti fondi regionali in favore della stampa quotidiana e periodica per quei soggetti che operano nel Lazio». Tra i quali, naturalmente, spicca Giuseppe Ciarrapico coi suoi giornali. Ma chi è Ciarrapico? Il Ciarra, come è conosciuto negli ambienti «che contano», è balzato agli onori delle cronache politiche per il suo intervento - sollecitato da Andreotti - da intermediario tra Berlusconi e De Benedetti nella soluzione del Lodo Mondadori. Ma la sua vicinanza al mondo dell’editoria ha rivoli diversi: da quando fece i primi soldi da giovane rampante venditore di volumi culturali porta a porta, provincia per provincia, alla figura di importante editore di libri di storia (per lo più fascista), fino alla parentesi come editore del fumetto per bambini Tiramolla. Negli anni è stato anche editore de «Il Secolo d’Italia», il quotidiano del Movimento sociale italiano.
Editore sì, ma giornalista no. L’Ordine gli ha sempre respinto la domanda per l’iscrizione all’Albo. Del suo impero economico, costruito negli anni del boom della Cassa del Mezzogiorno, hanno fatto parte la società Recoaro, la Ciappazzi, la Idropejo, le Fonti del Tigullio, oltre ovviamente alla Fiuggi (con le sue Terme), tutte proprietà che gli valsero l’appellativo di Re delle Acque Minerali. Gli interessi economici si sono poi allargati alla Sanità, con la proprietà prima e la gestione poi di diverse cliniche romane (Villa Stuart e Quisisana) e di un ospedale pubblico (Policlinico Casilino). Prima ancora ci fu la compagnia Aerotaxi Air Capitol e, nel settore catering, la Casina Valadier e il Bar Rosati a piazza del Popolo. La gestione di gran parte delle sue attività ha fatto per anni capo alla holding Italfin 80, successivamente fallita. Fu inoltre coinvolto nello scandalo Safim-Italsanità e nel processo relativo al crack del Banco Ambrosiano. Sempre organico alla politica, nell’ultima tornata nazionale ha trovato spazio nella lista bloccata del Pdl, entrando a Palazzo Madama.
Attualmente possiede importanti partecipazioni nel gruppo Eurosanità Spa ed è punto di riferimento di una catena di quotidiani locali che coprono sostanzialmente il Lazio e il Molise. Proprio da quest’ultima «branca» di attività ha ricevuto qualche dispiacere giudiziario non molte settimane fa, per una denuncia - prima volta in Europa - per stalking a mezzo stampa. Negli anni è stato anche presidente dell’A.S Roma. Ma questo è un altro capitolo...
Luigi Frasca, Il Tempo 5/5/2010