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 2010  maggio 05 Mercoledì calendario

Il fantasma di Stalin, che aleggia da due mesi sulla grande parata del nove maggio, resterà sorpreso dagli effetti speciali

Il fantasma di Stalin, che aleggia da due mesi sulla grande parata del nove maggio, resterà sorpreso dagli effetti speciali. La pioggia, che fece tanto arrabbiare il dittatore quella mattina di sessantacinque anni fa, impedendo le acrobazie aeree e rovinando il finale della prima Festa della Vittoria sul nazismo, questa volta non ci sarà. Il sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, uno che non bada a spese, ha già fatto preparare dieci aerei "spaccanuvole" pronti a garantire il cielo sereno sulla "più grande sfilata militare della storia di Russia". Se all´alba di domenica le condizioni del tempo dovessero confermare le fosche previsioni dei metereologi, gli aerei spareranno 25 tonnellate di torba granulare e 1200 litri di azoto liquido contro le nubi che saranno spinte decine di chilometri più in là a riversare la loro pioggia. Tossica? Non si sa, ma al comune di Mosca non sembrano preoccupati: "L´importante è che cada lontano dalla Piazza Rossa". Ben altre sono le difficoltà da affrontare. A cominciare proprio dalla presenza dell´immagine di Stalin. Presenza, prima consentita sotto forma di cartelloni didascalici invocati dalle associazioni di veterani, poi "fortemente sconsigliata" per ragioni d´opportunità dal Cremlino. Infine autorizzata solo al chiuso, cioè all´interno delle associazioni e nelle sale del museo storico dove già una lunga fila di curiosi fa la coda per poter ammirare il cappotto, il cappello e la scrivania di Josif Vissaroniovich. E ancora il governo teme improvvise apparizioni del dittatore da Tomsk a San Pietroburgo dove veterani decisi a tutto promettono di inaugurare statue di Stalin, o di farlo campeggiare sulle fiancate di autobus privati mandati in giro per le città. Il tutto macchiato da una oscura notizia. Il misterioso omicidio a Volgograd, ex Stalingrado, del più grande sostenitore del dittatore, l´imprenditore Vasilij Bukhitenko fondatore dell´unico museo autorizzato dedicato al "magnifico georgiano". Il movente politico non è escluso ma tv è giornali minimizzano: non è il momento di altre polemiche. La parata deve essere un kolossal senza precedenti che celebri la Russia dell´era Putin prendendo lo spunto dalla vittoria dell´Armata Rossa e i moscoviti scoprono preparativi meticolosi come raramente capita di vedere da queste parti. Giganteschi teloni commemorativi in puro realismo socialista coprono già da una settimana i grigi grattacieli della Novy Arbat. Si affiancano e si confondono con i poster che reclamizzano il film "Il sole ingannatore 2" sponsorizzato dal Cremlino e girato da Nikita Mikhalkov "per far sapere al mondo che l´Europa non fu liberata solo dal soldato Ryan". Migliaia di spalaneve centroasiatici, finalmente disoccupati dopo l´inverno più lungo degli ultimi sessant´anni, piazzano fioriere in ogni angolo del centro. Carri armati di nuova generazione fanno vibrare ogni notte i palazzi liberty della via Tverskaja provando la sfilata con i motori al minimo. In tv va in onda un´intervista al maresciallo Zhukov, comandante in capo dell´armata Rossa sepolta negli archivi per sessant´anni. Nella base di Alabino, a pochi chilometri dalla capitale, si tenta un complesso affiatamento con le truppe arrivate dall´estero. Soprattutto con gli ospiti d´onore che per la prima volta nella storia sfileranno insieme agli ex nemici della Guerra fredda. Sono truppe d´elite americane, francesi e britanniche. Facendo una media delle diverse abitudini di sfilare si è deciso per una velocità da 116, massimo 118, passi al minuto. Perché anche la lista degli invitati deve riflettere la situazione politica della Russia di oggi. La presenza alleata conferma il disgelo del recente trattato Start e il dialogo con la Nato. Così come la presenza di un reggimento polacco, per la prima volta dopo la fine dell´Urss e la partecipazione obbligata dalla fratellanza comunista, testimonierà al mondo dei nuovi rapporti tra Mosca e Varsavia dopo la tragedia di Katyn. Presenti quasi tutte le ex repubbliche sovietiche, con l´eccezione dei tre paesi Baltici, che non hanno ancora digerito il patto Ribbentrop Molotov e l´invasione stalinista del ”39, e della Moldova che risposto in malo modo ("Per noi non fu una vittoria") confermando i dissapori antichi con il governo Putin. Sulla tribuna che fu il palco del Politburo, sul tetto del mausoleo di Lenin, Putin e Medvedev saranno circondati da amici: Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, Silvio Berlusconi. Assenti, ma con tanto di giustificazione, Barack Obama e Gordon Brown. Resta la gente la cui partecipazione non sembra così appassionata. Un sondaggio rivela che più della metà dei nati dopo l´89 non sanno proprio chi sia stato Lenin e poco più sanno su Stalin. Ancora più vago il loro giudizio morale: indifferente. A confermare il distacco basta la vicenda del comune di Perm. Aveva commissionato una serie di pannelli a un´agenzia pubblicitaria per annunciare il giorno della parata. Ha ricevuto bozzetti dove i soldati tedeschi apparivano sempre in primo piano facendo andare in bestia i comitati dei veterani. Sconcertante ma indicativa la risposta del capo dell´agenzia: "I nostri designer sono giovanissimi, non sanno come andarono le cose. Hanno preso l´ispirazione su Internet e, bisogna ammetterlo, le divise tedesche sono assolutamente le più belle".