Francesco Alberti, Corriere della Sera 04/05/2010 F. Alb., Corriere della Sera 04/05/2010, 4 maggio 2010
2 articoli - IN GIRO CON IL VELO, MULTA DA 500 EURO – Ai carabinieri la signora Amel ha detto no, non si può fare: «Non posso togliermi il velo davanti a voi, siete due uomini, mi dispiace»
2 articoli - IN GIRO CON IL VELO, MULTA DA 500 EURO – Ai carabinieri la signora Amel ha detto no, non si può fare: «Non posso togliermi il velo davanti a voi, siete due uomini, mi dispiace». I due militari hanno allora rivolto uno sguardo interrogativo al marito, Ben Salah. Che ha allargato le braccia, tra il mortificato e l’irremovibile: «Ha ragione, non si può fare, lo dice il Corano». E così, per scoprire cosa si nascondeva sotto quel velo nero, dal quale occhieggiava uno sguardo giovanile sopra una figura slanciata, i due carabinieri hanno dovuto chiamare una pattuglia dei vigili urbani, raccomandandosi però che fosse presente una vigilessa. E finalmente, a debita distanza dagli sguardi maschili, la ventiseienne tunisina Amel ha rivelato il suo volto. Che è risultato identico a quello dei suoi documenti, in regola come quelli del marito, 36 anni, muratore e fervente musulmano. Il problema però era un altro: a Novara, città ad altissimo tasso leghista, da gennaio è vietato indossare abbigliamenti che impediscano l’identificazione della persona, figurarsi il burqa. Finora il principio era rimasto solo sulla carta, in un’ordinanza voluta dal sindaco leghista Massimo Giordano. Ora c’è la prima vittima: la signora Amel dovrà pagare 500 euro di multa (il provvedimento le è stato notificato in queste ore) e difficilmente la consolerà il fatto che il suo nome entrerà nella tormentata storia dell’integrazione islamica in Italia, essendo la prima volta che un Comune applica una sanzione di questo tipo. Massimo Giordano, avvocato, 41 anni, sindaco di Novara dal 2001, rieletto nel 2006 con percentuale quasi imbarazzante (61 per cento) e ora pure assessore nella giunta piemontese di Cota, non è uno che bara, anche se passa per un ottimo giocatore di poker. Il pallino del burqa, o come dice lui, «del rispetto delle regole universalmente condivise da tutti», l’ha sempre avuto. Sin da quando, nel novembre dell’anno scorso, non esitò a chiamare i carabinieri dopo aver notato in pieno centro una donna marocchina coperta da capo a piedi. nata quel giorno, l’ordinanza comunale numero 36 («Disposizioni per la tutela dell’ordine pubblico sul riconoscimento delle persone in alcuni luoghi pubblici») che venerdì scorso ha colpito Amel e il suo burqa. Non che sia stato un parto semplice. Il rischio era di incorrere nelle contestazioni giuridiche degli esperti del Viminale. «Il ministero degli Interni – spiega il comandante dei vigili urbani, Paolo Cortese’ ci ha rispedito indietro il provvedimento, con una serie di osservazioni che riguardavano i luoghi di applicazione dell’ordinanza: all’interno o nelle vicinanze di scuole, ospedali, edifici pubblici, giardini». Amel, stando al verbale dei carabinieri, venerdì stava passeggiando assieme al marito di fronte alle Poste. «I requisiti per intervenire c’erano tutti» afferma il sindaco Giordano. « un peccato che si debba arrivare a queste misure sanzionatorie, ma ci sono persone che non hanno ancora capito che ciò che può essere tollerato tra le mura di casa, non può esserlo in pubblico...». Il tunisino Ben ha ingaggiato un avvocato nel tentativo di attutire la botta dei 500 euro. Il sindaco guarda avanti. «Non ci fermeremo: tolleranza zero, tolleranza zero...». Francesco Alberti «RISPETTO LE REGOLE MA COSI’ NON LA FARO’ PIU’ USCIRE DI CASA» – E adesso, signor Ben Salah? «Adesso è un problema, non so proprio come farò a pagare quei 500 euro di multa...». Veramente ci riferivamo a sua moglie, al velo: le consentirà di girare a volto scoperto? «Assolutamente no, la religione è tassativa...». E come farà la signora? «Starà in casa...». Sempre, giorno e notte? «Se questa è la legge in Italia, che devo fare?». Ben Salah Braim ha 36 anni, aspetto giovanile, una barba curata che gli incornicia il volto. Vive con la moglie Amel Marmouri, 26 anni, in un modesto appartamento in via Leonardo da Vinci, zona multietnica di Novara. La casa si affaccia in un cortile interno intasato di bambini urlanti, biancheria ad asciugare, resti di pasti. Signor Ben sapeva dell’ordinanza? «Sì». Però sua moglie è uscita velata: come mai? «Pensavo che almeno il venerdì, l’unico giorno in cui mia moglie esce di casa per andare alla moschea, le fosse consentito girare con il burqa...». L’ordinanza del sindaco parla chiaro. «E io la rispetto. Sono qui da 10 anni». Cosa pensa di quest’ordinanza? «So che non è contro la mia religione, so che in Italia è vietato a tutti, però...». Però? «Però Amel non può essere guardata dagli altri uomini». F. Alb.