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 2010  maggio 04 Martedì calendario

FEDERALISMO, TOSI AL PREMIER: COMMISSARI NELLE REGIONI OSTILI

Silvio Berlusconi commissari le Regioni che non funzionano. Commissari, in sostanza, il Sud. Senza illudersi di poter distinguere tra Regioni «amiche» e Regioni ostili: è l’unico sistema per far nascere il federalismo, e dunque l’unico modo per evitare che «salti tutto». Flavio Tosi, sindaco di Verona nel nome del Carroccio, ne è convinto: «Credo che questo sia un appello condiviso da tutta la popolazione. Soprattutto in quelle parti d’Italia dove i frutti della buona amministrazione rischiano di essere destinati ad amministrazioni meno buone».
Il fatto è che Tosi teme che la strada delle riforme si riveli costellata di ostacoli: «Io penso che tutti i cittadini vogliano amministrazioni più efficienti e più rispettose del denaro che viene loro affidato. Ma sicuramente ci saranno Regioni che, dovendo fare sacrifici veri, preferiranno mettersi di traverso». Un esempio? «Beh, ho partecipato a un dibattito con Renata Polverini in cui lei ha detto che non chiuderà mai un ospedale. Se il buon giorno si vede dal mattino, c’è davvero di che riflettere: in Lazio, se non mi sbaglio, è previsto il taglio di 8 mila posti letto su 28 mila... ». E dunque, la ricetta è semplice e drastica: «In tutte le realtà locali che sfondano determinati parametri, gli amministratori vengono sostituiti da commissari che gestiscono la situazione».
Perché quello del Lazio, secondo Tosi, è soltanto l’esempio «di una moltitudine di amministrazioni che costruiscono il consenso sulla spesa pubblica. chiaro che fare certe manovre, incidere su certi meccanismi, è elettoralmente doloroso». Anche perché, prosegue il sindaco veneto, «c’è chi ha costruito le sue fortune politiche su un certo modo di gestire la cosa pubblica, e anche chi ha fatto arricchire alcuni soggetti in modo inappropriato». Di qui, la sfiducia nella capacità di certe realtà di sterzare senza la minaccia di sanzioni estreme.
Eppure, il Carroccio è da sempre il partito delle comunità e dei territori, dell’autodeterminazione e delle autonomie. Non è contradditorio invocare un commissariamento che «neutralizzi» amministratori espressi da un voto popolare? Secondo Tosi, «l’autonomia è un principio sacrosanto. Ma deve essere responsabile: non si può essere autonomi nelle decisioni di spesa, se poi le risorse per quelle spese le deve garantire qualcun altro».
Il ragionamento del sindaco scaligero partiva dalla discussione sul 150° dell’Unità nazionale: « Occorre festeggiare l’unificazione del Paese, e accelerare al massimo il processo federalista, sono due cose che vanno sposate. L’Unità d’Italia è comunque un fatto positivo, che era nella logica delle cose». Sennonché «ora occorre un federalismo vero, in modo che la gestione corrisponda ai bisogni dei cittadini. Io penso che soltanto così sia possibile recuperare lo spirito nazionale».
La posizione di Tosi è quella tipica leghista: il federalismo come antidoto alle forze centrifughe, le autonomie come cemento nazionale. Il dubbio è che sia una posizione dialettica, buona giusto per i talk show. Ma Tosi ne è genuinamente convinto: «Il Paese con il maggior spirito di patria e valori unitari sono gli Stati Uniti, dove il federalismo è più spinto. Io sono certo che se il Paese diventasse lealmente federale, la gente di questo Paese tornerebbe a innamorarsi».
Marco Cremonesi