Una giornata moderna, moda e stili nell’Italia fascista, a cura di Mario Lupano e Alessandra Vaccari, Damiani 2009, 4 maggio 2010
«Per il mattino è conveniente alla donna l’abito di stoffe poco evidenti, a tailleur, accollato, di taglio severo e con modestissime guernizioni
«Per il mattino è conveniente alla donna l’abito di stoffe poco evidenti, a tailleur, accollato, di taglio severo e con modestissime guernizioni. Per il pomeriggio, recandosi a convegni artistici, a pranzi di invito, o in visite di non alta etichetta si usano abiti a tinte più vive con predominio delle stoffe di seta e pelliccia, guernizioni ricche, gioielli e qualche leggero scoperto al collo, alle spalle, alle braccia. Per i pranzi di gala, per teatro, per balli servono colori vivaci, o (sempre elegantissimo) il tutto bianco, o il tutto nero; più abbondare la scollatura e lo scoperto delle braccia, purché queste sieno tollerabili alla vista» (Vittorio Rossetto, autore del manuale La industria sartoria, spiega il rapporto tra ore del giorno, colori e tessuti).