Massimo Galli, ItaliaOggi 4/5/2010, 4 maggio 2010
IL CINESE VOLA IN JET PRIVATO
Il mercato dei jet privati cerca spazio in Cina. I principali produttori mondiali si sono dati appuntamento a Hainan, la più grande isola cinese, meta delle vacanze dei ricconi del paese asiatico. Per ora sono soltanto 50 gli aerei privati a solcare i cieli dell’ex Celeste impero rispetto ai 9 mila degli Stati Uniti. E pensare che in entrambe le nazioni c’è lo stesso problema di spostamento sulle lunghe distanze, che soprattutto i dirigenti d’azienda devono affrontare: occorre abbattere i tempi di percorrenza ed evitare di perdere tempo negli aeroporti.
La risposta, dunque, non può che venire dai jet privati. Tutti gli attori del comparto sono concordi nel ritenere che le opportunità sono enormi. Per Jérome Desmazures, direttore vendite di Dassaulti aviation per l’Asia settentrionale, ci sono 600 potenziali clienti per velivoli di tipo Falcon. Dassault prevede di salire, nell’arco di cinque anni, dal 10 al 30% di quota di mercato in Cina. Steven Varsano, venditore di jet con base a Los Angeles, parla di previsioni molto diverse tra loro: alcuni stimano che entro il 2020 voleranno 500 aerei privati, mentre altri si spingono a quota 10 mila.
I principali costruttori si sono fatti vedere alla fiera di Hainan: da Airbus a Dassault, da Bombardier a Gulfstream. Bombardier è riuscita a piazzare un proprio velivolo proprio durante la vetrina cinese. Il mercato comincia a vivacizzarsi: tra il 2005 e la fine di quest’anno Dassault avrà consegnato dieci apparecchi. Dal canto suo, Airbus ha venduto 20 jet in cinque anni. Il vicepresidente del gruppo europeo, François Chazelle, dice che si ha ancora l’impressione di trovarsi ai blocchi di partenza. Airbus, che attualmente ha Dubai come punto di riferimento, non esclude di installarsi a Pechino per avvicinare la clientela locale. Il costruttore conta di ottenere buona visibilità grazie all’accordo siglato recentemente con l’operatore locale Deer jet.
Tutto, però, dipenderà dall’ammorbidimento delle regole che finora hanno contrastato lo sviluppo dell’aviazione privata in Cina. Con oltre due terzi del suo spazio aereo controllato dall’esercito, le rotte destinate ai vettori sono limitate e ci vuole anche una settimana per ottenere l’autorizzazione di volo. Ora le redini si stanno allentando, ma per ora i provvedimenti meno restrittivi riguardano soltanto gli aerei immatricolati sul territorio cinese.