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 2010  maggio 04 Martedì calendario

[2 Articoli] TIR E BUS: PERMESSO DI GUIDA FINO A 70 ANNI POLEMICA SULL’’IMPUNIT” DELLE AUTO BLU Il nuovo codice della strada, ”strozzato” da lobby e da interessi, oltre a perdere importanti pezzi che avrebbero limitato vittime e incidenti, si arricchisce di provvedimenti shock

[2 Articoli] TIR E BUS: PERMESSO DI GUIDA FINO A 70 ANNI POLEMICA SULL’’IMPUNIT” DELLE AUTO BLU Il nuovo codice della strada, ”strozzato” da lobby e da interessi, oltre a perdere importanti pezzi che avrebbero limitato vittime e incidenti, si arricchisce di provvedimenti shock. Come l’emendamento sulle auto blu, presentato dal senatore del Pdl Cosimo Gallo del Pdl, approvato alla chetichella dalla Commissione. Secondo la nuova norma, che dovrà passare al vaglio dell’aula, gli autisti che infrangono il Codice della strada non devono vedersi sottrarre i punti dalla patente. Ma da un permesso di guida speciale. In altre parole, una licenza di correre. Le opposizioni non hanno dubbi: la ”casta” vuole concedersi un ulteriore privilegio, in barba a norme che si vogliono rendere più severe nel reprimere i comportamenti azzardati di chi si mette alla guida. E non è finita. L’innalzamento dell’età media della vita ha pure consigliato al Legislatore di innalzare l’età degli autisti adibiti al trasporto di persone. In pratica, i conducenti di autobus, autocarri, autoarticolati, autotreni, autosnodati potranno allungare la propria idoneità al lavoro fino a 70 anni e non più fino ai 65 previsti dall’attuale Codice della strada.Emergono anche nuove figure, finora non contemplate come categorie a parte, ma che nulla hanno a che vedere con la sicurezza stradale. Così, quanto all’autonoleggio, accanto alle professioni tradizionali dei taxisti e dei conducenti di autobus troverà posto anche il conducente di sidecar. Tra oggi e domani il testo del nuovo codice sarà votato in Commissione Lavori pubblici del Senato. Ma a divampare è la polemica sull’’impunità” degli autisti delle auto blu. Il Pd, che si è opposto in commissione, sostiene che la norma finirà per favorire le infrazioni di queste vetture: secondo il senatore Marco Filippi l’emendamento «è un ulteriore incentivo per chi viaggia sulle auto blu a chiedere all’autista di violare il codice della strada. Già ora esistono delle norme per tutelare chi guida, per esempio facendo presenti le motivazioni della violazione ed evitando così, solo se le motivazioni sono fondate, il taglio dei punti. Con la nuova norma non esisterà alcun freno a richieste improprie da parte dei politici e gli autisti sostanzialmente non potranno più rifiutarsi». L’autore dell’emendamento, Cosimo Gallo, ribatte alle critiche: «Non sta né in cielo né in terra il fatto che il mio emendamento serva a garantire l’impunità dei potenti. La domanda da porsi è se non sia un atto di ingiustizia decurtare i punti dalla patente personale dell’autista. Come sempre, però, c’è qualcuno nell’opposizione che non perde tempo a strumentalizzare, cercando a tutti i costi un motivo per attaccare le proposte della maggioranza e parlando di casta e di privilegi, senza approfondire gli argomenti». Il relatore del disegno di legge al Senato, Angelo Maria Cicolani, ha sottolineato che non c’è stata «alcuna intenzione di difendere una casta, ma l’obbligo morale di tutelare una professionalità quale è quella degli autisti di servizio. Con l’emendamento sulle auto blu, Governo e maggioranza hanno accolto le istanze di una categoria che in troppe occasioni era stata penalizzata». A favore dell’emendamento si è schierato il sindacato degli Autisti di rappresentanza con il suo segretario generale Luca Stilli secondo il quale «non si privilegiano i politici, ma vengono tutelati dei lavoratori. Tutte le Forze dell’ordine hanno già una patente di servizio, e da cinque anni anche tutti i camionisti e gli autisti di autobus hanno la ”Carta di Qualificazione Conducente”, eppure non si è visto un aumento vertiginoso degli incidenti di autobus». Secondo il segretario degli autisti, quindi, l’emendamento «serve a tutelare una categoria di persone che lavora sulla strada». Per esempio: abbandonare o depositare rifiuti sulla strada o insozzarla in altro modo comporta sì sanzioni pecuniarie, ma meno gravose rispetto al Codice che sta per andare in soffitta. Il vecchio Codice prevedeva un minimo di 550 e un massimo di mille euro di multa, nella nuova versione il minimo si dimezza a 250 euro. Sandro Ianni, Il Messaggero 4/5/2010 DALL’ALCOL AGLI AUTOVELOX, GLI ULTIMI COLPI DELLE LOBBY NELLA PARTITA DELLA SICUREZZA Nella partita del nuovo Codice della strada sono molti i giocatori scesi in campo. Ciascuno di loro, nei nove mesi che hanno accompagnato la gestazione della legge, ha salito prima i gradini di Montecitorio, poi quelli del Senato. Ciascuno di loro ha spiegato le proprie ragioni e i propri punti di vista ai deputati e ai senatori delle Commissioni. Nel rispetto del bene pubblico, ciascuno di loro ha presentato anche i propri interessi di categoria. Per comodità chiameremo quest’ultima ”attività di lobbing”, tanto ormai il termine ha perso la primitiva connotazione negativa. Deputati e senatori hanno ascoltato, preso nota e poi hanno scritto la legge. Ora che il Senato sta per ultimare la sua fatica, viene da chiedersi: chi ha vinto e chi ha perso, tra i ”portatori di istanze” nel settore della sicurezza stradale? Chi è stato ascoltato e chi no, chi ha avuto ragione e chi meno? Non è ozioso chiederselo, giacché i giochi non sono ancora finiti e qualche scontento potrebbe ancora tentare un colpo di coda in zona Cesarini. I primi scontenti sono gli esercenti di locali pubblici, i gestori di discoteche e i produttori di vini e liquori. Una legge che annuncia ai quattro venti la tolleranza-zero contro l’alcol certo non li favorisce. Ascoltiamoli. Renato Giacchetto, presidente Silb Locali da ballo, ce l’ha con i limiti temporali che la legge dovrebbe imporre: «E’ assurdo. Il mio locale è a Jesolo, d’estate la gente comincia ad arrivare all’una e se un tedesco mi chiede una birra alle due che faccio, non gliela do? Certo che poi i turisti se ne vanno altrove, in Spagna o in Grecia». Lino Stoppani, presidente della Fipe (pubblici esercizi), si dice «molto preoccupato. Il settore del vino è in grande crisi e questi provvedimenti non lo aiuteranno certo a risollevarsi. Va bene l’obbligo di detenere i precursori e di darli al cliente che intende servirsene, su questo siamo d’accordo; ma per il resto siamo l’unico Paese ad avere vincoli così rigorosi». Giuseppe Cerroni, direttore generale di Autogrill, ritiene invece che, quanto all’alcol, «sarebbero state più opportune norme che avessero riguardato solo il consumatore e non il venditore. Ci sarebbe voluto un po’ più di equilibrio, qui c’è un sapore di proibizionismo che non va bene». Poi ci sono i sindaci, tra i protagonisti principi della sicurezza stradale. Il nuovo provvedimento li penalizza, perciò non sono contenti. Se prima, con il vecchio sistema, i proventi delle multe andavano tutti agli Enti locali (sono note, ahimé le truffe con gli autovelox grazie alle quali si ripianavano molti bilanci) ora si farà fifty-fifty: il cinquanta agli Enti locali e il cinquanta agli Enti manutentori delle strade. In più, gli Enti locali saranno obbligati a reinvestire i proventi delle contravvenzioni nella manutenzione stradale. Dice Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci per il traffico: «Da un lato va bene contrastare le manovre spregiudicate di certi autovelox, dall’altro bisogna riflettere sul fatto che i Comuni vedranno una consistente riduzione di risorse». Sergio Marchi, assessore alla Mobilità del Comune di Roma, dà invece un parere positivo sulla legge in arrivo a parla di «salto di qualità». Autoscuole e autotrasportatori sono invece favorevoli al provvedimento. Mario Forneris, segretario nazionale Autoscuole Unasca: «La nuova legge dà una spinta consistente a un modello serio di formazione per diventare conducenti». Paolo Uggé, presidente di Fai-Conftrasporto: «E’ stata accolta la nostra proposta di licenziare un lavoratore sorpreso ubriaco». Restano le aziende della filiera della manutenzione stradale legate a Confindustria: attendono di capire meglio come saranno redistribuiti i proventi delle contravvenzioni a favore della manutenzione stradale. Carlo Mercuri, Il Messaggero 4/5/2010