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 2010  maggio 04 Martedì calendario

AMICHE, QUASI SORELLE, SCAMBIANO VESTITI E LIBRI. UNA RIVOLUZIONE NEI RAPPORTI DENTRO LE FAMIGLIE. E LA PUBBLICIT HA GI SCOPERTO UN NUOVO MERCATO

Amiche, complici, quasi sorelle. Scambiano vestiti e libri, guardano insieme le serie televisive, scherzano sui maschi. Madri e figlie si assomigliano sempre di più, condividono gli stessi interessi. Le barriere anagrafiche e sociali sono cadute. I ruoli, a volte, vengono ribaltati. "La figlia è il modello, la madre invece una rivale" scrive Le Monde indagando l´evoluzione del rapporto materno. In Francia, l´80 per cento delle donne sostiene di avere una relazione con le figlie migliore di quella che aveva con la propria madre. Anche in Italia la contrapposizione familiare di un tempo sembra svanita. Dice la sociologa Monica Fabris: «Tutte le nostre statistiche confermano una nuova vicinanza generazionale». Rispetto a quarant´anni fa, le mamme sono più giovanili, posso avere una vita affettiva e lavorativa movimentata quanto quella di una ventenne.
Come spesso capita, il cambiamento si vede già nella pubblicità. La giovane Elettra Rossellini diventa testimonial delle creme antirughe Lancôme al posto della madre Isabella, congedata perché troppo vecchia. Una ditta inglese di cosmetici lancia un nuovo prodotto antietà rivolgendosi alle "mums&girls", le stesse mamme e ragazze che sfilano insieme in passerella per lo stilista Comptoir des Cotonniers.
«Le campagne di marketing - racconta Fabris - si allineano a un target di vent´anni più giovane. Per vendere un prodotto alla quarantenne si sceglie una ventenne che, a sua volta, avrà come modello di riferimento una pre-adolescente». Alla fine di questa catena, capita però che le bambine vengano già considerate piccole donne alle quali vendere scarpe con tacchi o corpetti imbottiti. «Non credo a un trend generalizzato» obietta Anna Maria Testa. «Fuori dalle scuole non si vedono solo piccole Lolite. una tendenza ignorante che deve preoccupare - aggiunge la pubblicitaria - ma non va ingigantita». Ma oggi un´adolescente ha parte del guardaroba interscambiabile con la madre. Può prendere in prestito una gonna o una maglietta senza aver paura di sembrare ridicola. Alcuni marchi per bambini, come Petit Bateau e Bonpoint, hanno ormai aggiunto nelle loro collezioni anche taglie per adulti, anticipando la tendenza. «Fa parte dell´evoluzione dei costumi- racconta Testa -. Mia madre non sarebbe uscita di casa senza il cappello. Mezzo secolo fa non si indossavano neanche i pantaloni. Adesso non c´è nessuno scandalo nel vedere per strada una sessantenne in jeans e scarpe da ginnastica».
Un tempo le giovani crescevano, e lentamente si omologavano ai gusti delle mamme. Ora capita il contrario, il meccanismo di emulazione si ribalta. « la madre - spiega Fabris - che impara dalla figlia l´ultima moda o il gergo giovanile. Chiede a lei come usare le nuove tecnologie. La imita perché è un modo di essere aggiornata ed essere inserita socialmente». Le donne si sono liberate da quello che la sociologa chiama uno «schema biografico rigido». E aggiunge: «Possono avere amanti giovani e non sono più costrette a invecchiare, privilegio che fino a poco tempo fa era riservato soltanto agli uomini». Gusti e stili spesso si confondono. Le ultime ricerche su genitori e figli, osserva la sociologa, accorciano la distanza culturale che storicamente ha sempre caratterizzato i rapporti familiari. Con qualche rischio. «C´è il pericolo di una certa rivalità con i più giovani - conclude Fabris -. Il conflitto generazionale, per come l´abbiamo sempre conosciuto e cioè fondato su forti differenze di valori e stili di vita, era il motore del progresso personale e collettivo. La competizione che si sta sviluppando oggi tende invece a bloccare il cambiamento e, a volte, spinge verso l´involuzione sociale».
Gustavo Pietropolli Charmet parla ogni settimana con decine di madri e figlie nel suo consultorio all´Istituto Minotauro di Milano, specializzato nell´analisi dei "codici affettivi". Dal suo osservatorio, conferma questa nuova amicizia e complicità nel rapporto materno. Una tendenza positiva, secondo il docente di psicologia dinamica. « vero che alcune ragazze temono che la madre rivaleggi con loro. Ma c´è una trasparenza della sessualità genitoriale che diminuisce la contrapposizione e crea una relazione meno sado-masochistica rispetto al passato». Una mamma che presenta alla figlia il suo nuovo fidanzato, magari più giovane, non deve più vergognarsi. «Sono cose che ormai fanno parte del galateo delle famiglie ristrutturate» dice Pietropolli Charmet. «Le adolescenti non vedono più le mamme come le custodi della loro verginità. Si è creato tra loro un legame più intimo. La sessualità delle giovani è stata legittimata, uscendo dalla clandestinità». La madre, però, non dovrebbe coinvolgere troppo presto la figlia nella sua vita affettiva. Le confidenze, in questo caso, sono da evitare. «La ragazza rischia di sentirsi lei in dovere di fare la madre».
Anche nelle sue nuove sfumature, il rapporto materno continua a essere tra i più complessi e affascinanti. Pietropolli Charmet registra un´altra piccola novità: tra le sue pazienti cresce il desiderio di figlie femmine. «Come se attraverso di loro potessero compiere un secondo viaggio nella mutazione dell´identità femminile, verso le nuove libertà delle donne». Le madri si specchiano e si proiettano nella loro discendenza. «Di diverso oggi - continua - c´è che le madri lavorano. Così, spingono le figlie a essere più autonome, favoriscono la loro socialità per compensare l´assenza da casa. Si nota per esempio con le amichette: le mamme non le considerano più come rivali ma piuttosto come complici di una rete di femmine solidali».
Lo psicoanalista Luigi Zoja ha studiato l´evoluzione della figura paterna nel suo "Il gesto di Ettore". Quella tra madri e figlie è diventata una "simbiosi", dice, riprendendo il termine freudiano. Anche a casa, Zoja vede spesso sua moglie coccolare ancora la figlia ventenne. Le due donne si fanno confidenze, custodiscono segreti che appartengono solo a loro. « una simbiosi tenera, anche se a volte - aggiunge con un sospiro - tende a escludere il padre». La maggior condivisione può avere vantaggi nel breve periodo. «Ma si rischia di perdere l´autorità che diventa invece fondamentale sul lungo periodo. Viene a mancare la figura archetipica del genitore - spiega ancora lo psicoanalista - . Da una parte c´è la fluidità della relazione, dall´altra la sua indiscutibilità. importante essere anche amici con i propri figli ma le amicizie possono finire, mentre il rapporto di genitorialità non muta con il tempo». Secondo Zoja, tutto è cominciato dai padri. «Negli anni Settanta sono stati loro i primi a rompere la barriera generazionale. Fumavano marijuana insieme ai figli, erano diventati quasi fratelli maggiori, si facevano chiamare per nome. Molti miei pazienti che all´epoca erano piccoli e sono cresciuti così ora sentono che gli è mancato qualcosa». Alcuni rimpiangono di non aver potuto pronunciare il classico "mamma" e "papà", con tutto quello che simbolicamente rappresenta.