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 2010  maggio 04 Martedì calendario

GIANFRANCO BENEDICE IL S A LOMBARDO IN SICILIA FINIANI E PDL SONO GI NEMICI - PALERMO

L´ultimo dispiacere all´ex amico Berlusconi lo ha dato promuovendo l´anomalia siciliana. Dando una chiara indicazione ai suoi fedelissimi nell´Isola convocati nello studio di Montecitorio: «Non arretriamo di un passo nel sostegno a Raffaele Lombardo». Così Gianfranco Fini, in un sol colpo, ha allargato ancor più il solco che lo divide dal Cavaliere e ha posto le basi per un progetto politico che parte dal Sud. La componente che fa capo all´ex leader di An conferma la sua irriducibile presenza in un governo regionale che vede il Pdl ufficiale all´opposizione e gode di un appoggio ormai non mascherato del Pd: i voti dei democratici, sabato scorso, sono stati decisivi per il varo di una Finanziaria definita "falce e martello", con norme di stampo tutt´altro che liberista come il ritorno alla gestione pubblica dell´acqua, la riduzione delle tasse per i cassintegrati e l´allargamento delle fasce di esenzione dal pagamento dei ticket sanitari. La benedizione di Fini all´operazione siciliana giunge, peraltro, nel momento in cui in molti, nell´Isola, ipotizzano una marcia indietro di Gianfranco Micciché, l´ex forzista ribelle, primo alleato di Lombardo ma in attesa di un "chiarimento" con Berlusconi già annunciato minacciosamente dallo stesso premier. L´incontro fra Micciché e il suo vecchio capo non è ancora avvenuto, ma il sottosegretario non ha mancato di far notare come, sabato, sia stato delegato dal presidente del Consiglio a una cerimonia di consegna delle stelle al merito ai lavoratori avvenuta a Palermo. Il rapporto fra i due, insomma, rimane solido.
Non altrettanto quello fra Fini e il premier, non altrettanto – soprattutto – quello fra il premier e Lombardo. Il governatore siciliano, nei giorni scorsi, ha ricordato come non venga ricevuto a Palazzo Grazioli ormai da ottobre. E i suoi rapporti con i vertici siciliani del Pdl sono ormai ai minimi termini. Si sono incancreniti da quando, il 12 aprile, Lombardo ha fatto i nomi dei politici che, a suo avviso, hanno avuto un ruolo nell´ambiguo business dei rifiuti in Sicilia: e ha citato quello del senatore Pino Firrarello, suocero di Giuseppe Castiglione, uno dei due coordinatori del Pdl siciliano. Episodi che rendono difficile una riunificazione del partito nella linea del sostegno a Lombardo, la soluzione auspicata ora da Micciché. E che, ufficialmente, rimane la prima strada da seguire anche per i finiani. «Noi vogliamo che tutto il Pdl torni dalla parte del governatore: non siamo stati noi a volere lo strappo, ma l´ala del partito che fa capo a Schifani e Alfano», dice il deputato Carmelo Briguglio, uno degli undici parlamentari siciliani ricevuti ieri dal presidente della Camera.
Ma intanto Fini si è portato avanti, garantendo fedeltà a Lombardo. E la sua nuova associazione, Generazione Italia, nell´Isola è pronta a trasformarsi in Generazione Sicilia: in pratica, una nuova costola del Pdl sotto la linea dello Stretto e una stampella "autonoma" per il governatore in caso di addio di Micciché. Di qui a qualche settimana, e salvo novità dall´inchiesta giudiziaria di Catania, nella variegata maggioranza di Lombardo potrebbe entrare ufficialmente anche il Pd: deciderà un referendum fra gli iscritti. Non è d´accordo Ignazio Marino, che ieri si domandava: «Quanto bisogna aspettare ancora perché in Sicilia il Pd faccia una vera e propria opposizione al governo Lombardo?» Lui, il capo della giunta di Palazzo d´Orleans, crede che Fini sia "parte integrante del Pdl" ma non può fare a meno di apprezzare "il fatto che il presidente della Camera abbia posto con forza il problema del partito del Sud". E liquida così gli scenari proposti dal nuovo laboratorio Sicilia, che fanno dell´Isola il campo principale del confronto fra Fini e Berlusconi con il Pd arbitro: «Io – dice Lombardo – non escludo nulla».