Marino Smiderle, il Giornale 3/5/2010, 3 maggio 2010
Operaio rimasto senza una casa dorme nella cripta del cimitero (riassunto) - Venezia. «C’è qualcosa di strano in quella tomba, vi prego, andate a dare un’occhiata»
Operaio rimasto senza una casa dorme nella cripta del cimitero (riassunto) - Venezia. «C’è qualcosa di strano in quella tomba, vi prego, andate a dare un’occhiata». Una signora di Pianiga, Venezia, aveva notato presenze inquietanti dalle parti della sua tomba di famiglia ma, al di là di qualche scatto con la macchina fotografica, non aveva avuto il coraggio di andare a verificare da sola i propri sospetti. I carabinieri di Dolo si sono appostati nei pressi della cripta indicata dalla donna e hanno scoperto che un operaio padovano di 45 anni aveva scelto quella cripta come appartamento. «Guadagno solo mille euro, pensavo di risparmiare sull’affitto», ha spiegato F.M. agli increduli carabinieri. La cosa andava avanti da un mesetto e, nelle intenzioni dell’operaio, sarebbe proseguita ancora per molto. La cripta del cimitero di Mellaredo di Pianiga, del resto, l’aveva tenuta come uno specchio. Certo, ne aveva un po’ modificato l’aspetto e la sistemazione delle suppellettili, aggiungendo un comodino, delle candele per l’illuminazione e portandosi anche un libro per leggere qualche pagina prima di prender sonno. E, ovviamente, il letto, pieghevole, adatto alle circostanze. «Non penso di dar fastidio ai morti - si è giustificato - e comunque con quei pochi soldi che prendo non potevo permettermi un appartamento». A lui veniva comodo uscire la mattina presto, prima dell’apertura, per andare al lavoro, e tornare al calar delle tenebre. Grazie ai servizi del cimitero, peraltro, poteva avere cura della propria igiene personale. Il sindaco di Pianiga, Massimo Calzavara, ritiene inaccettabile un comportamento del genere: «Mille euro al mese non sono molti ma nemmeno così pochi da giustificare l’alloggio al cimitero. Mi auguro comunque che il comune da cui proviene l’operaio lo aiuti a trovare una sistemazione dignitosa».